Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:39 min.
Etichetta:Woodcut
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. SOULQUAKE
  2. THE HERALD FOR REASON
  3. CHAOS ATTRIBUTES
  4. BLOOD BEGUILES PHANTOMOS
  5. DARKOMORPHOS
  6. 8TH SPHERE
  7. WITH BLACK AUREOLES
  8. FORSAKING THE YOKE

Line up

  • Kaos: vox
  • Infection: lead guitar
  • Thasmorg: rhythm guitar
  • Simonen: synth
  • Grimort: bass
  • Gorath Moonthorn: drums

Voto medio utenti

Quattro album non sono pochi, soprattutto se si parla di un campo molto inflazionato come quello del black metal; gli Alghazanth però non sono il classico gruppo black e lo lasciano intendere a partire dalla loro definizione di "majestic and melodic black metal" che in effetti calza a pennello alla band finnica; la loro musica è un bizzarro ibrido tra Dissection e Dark Funeral, tra primi Dimmu Borgir e ultimi Emperor con un tocco di modernità che non guasta se dosata correttamente. Il disco in questione, "The Polarity Axiom", si fregia di una produzione molto valida e adeguata al prodotto, fredda, glaciale e chirurgica, di una manciata di canzoni che non ricorderemo certo tra le migliori in campo black, ma che vantano buon tiro e una varietà invidiabile nel loro genere fatta di cambi di tempo interessanti, inserti elettronici, sfuriate e soprattutto una durata media che valorizza a pieno il prodotto non dilungandosi mai più del dovuto. Purtroppo però manca quel tocco di follia, quella malsana genialità per far decollare i pezzi che si reggono per lo più sulla perizia tecnica della band e sull'esperienza live che ha certamente conferito maggior maturità nelle scelte da approntare in studio; tutto sembra estremamente programmato e statico e anche quando il pezzo è valido non c'è quel quid, quell'essenza che esula dal contesto prettamente tecnico-musicale, che faccia decollare il tutto. Non sempre maturando si ottengono risultati migliori, forse la genuinità delle prime composizioni non c'è più, ma in ogni caso non si può dire che questo non sia un buon disco e anzi gli appassionati del genere lo saluteranno come un gran bel disco; resta il rammarico per l'occasione sprecata del salto di qualità e quindi godiamoci questo piacevole platter senza troppe aspettative.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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