Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:43 min.
Etichetta:Steamhammer

Tracklist

  1. APOCALYPTIC VISION
  2. UNTIL THE END
  3. SHADOWMAKER
  4. IF YOU BELIEVE
  5. INSIDE YOUR EYES
  6. KOMMT NAHER
  7. IRONY OF FATE
  8. VIRUS
  9. BACK FROM THE DEAD
  10. WELCOME
  11. ANTISERUM

Line up

  • Felix: vocals
  • Matthias Hechler: guitars
  • Harald Heine: bass
  • Katrin Jullich: keyboards
  • Markus Jullich: drums

Voto medio utenti

Aspettate un secondo, ho perso il conto..otto? No..dieci allora? Nemmeno..addirittura 12? Beh effettivamente sono anche 21 anni ormai che i Crematory sono sul mercato, nella buona e nella cattiva sorte, e al ritmo di un album ogni due anni effettivamente non è così difficile arrivare alla dozzina.

E in oltre 20 anni di carriera i tedeschi le hanno provate un po' tutte: dal death delle origini al gothic, passando per l'industrial, Felix e soci hanno mostrato un andamento altalenante dei propri lavori, naturale ma allo stesso tempo problematico a livello di etichette discografiche, che se li sono rimbalzati più o meno sistematicamente.
Tocca ora alla Steamhammer pubblicare il loro nuovo disco, "Antiserum", che fin dall'intro "Apocalyptic Vision" si presenta come un lavoro orientato alla fantascienza, tema secondo cui l'Industrial si lega decisamente bene.
Il fatto è che l'Industrial qui è portato all'eccesso, con un uso delle tastiere smodato e un metal rilegato a un ruolo da comprimario che, va detto, non sempre porta a un risultato qualitativamente elevato.
In particolare i fan di vecchia data del combo teutonico potrebbero storcere un po' (o molto) il naso di fronte ad un buon 50% dei brani che compongono l'album, che più che "tanz metal" sembra davvero solamente "tanz", senza tra l'altro nemmeno la bambolina di cameriniana memoria.
C'è da dire però, allo stesso tempo, che uno svecchiamento del sound della band era auspicato, se non necessario. Ok, si può poi dibattere sulla qualità del cambiamento o sulla correttezza o meno di virare verso certi lidi, ma li si sfora nella soggettività e diventa complicato essere obiettivi davanti a una scelta del genere.
Io, che sono notoriamente aperto a sonorità "diverse" e contaminate, devo dire che ho apprezzato il disco e, per dire, mi esalto parecchio nell'ascoltare quel bel panzone di Felix su un brano tamarrissimo come "Kommt Näher", ma allo stesso tempo mi ritrovo a pensarci su un attimo e rimpiangere quel mezzo capolavoro di "Revolution", per dirne uno.

Quindi? Quindi ho deciso di non fare il nostalgico conservatore e di valutare il disco per quello che mi ha lasciato oggi, senza considerare la Storia. E "Antiserum" dei Crematory, oggi, è un album assolutamente positivo e di buonissimo livello qualitativo, col giusto connubio tra modernità e esperienza. Per la valutazione nostalgica, invece, togliete pure 2 o 3 punti dal voto finale.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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