Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2013
Durata:52 min.
Etichetta:IceWarrior Records

Tracklist

  1. FOLLIA
  2. THE DUEL (BACK FROM THE EDGE OF TIME)
  3. MOUTAINS OF MADNESS
  4. WINTER MASQUERADE
  5. LORD OF SANDS
  6. TWILIGHT SKY (CHILDREN OF THE RAINBOW)
  7. WIND OF SOLITUDE
  8. GABRIEL

Line up

  • Emanuele Cendron: vocals
  • Gianluca Tassi: bass
  • Salvatore Bonaccorso: drums
  • Paolo Viani: guitars
  • Daniele Soravia: keyboards

Voto medio utenti

I Moonlight Circus hanno fatto tredici.

Tredici… gli anni di distanza dal loro primo album, "Outskirts of Reality", rispetto al quale si presentano rinnovati nella formazione ma con lo stesso spirito e soprattutto in grado di replicare con un disco all'altezza del passato e delle aspettative.

La partenza è un po' sottotono, prima la breve intro "Follia" e quindi "The Duel (Back from the Edge of Time)" episodio che non lascia trapelare la personalità dei Moonlight Circus, ghermiti nelle spire di un Metal Neoclassico non particolarmente avvincente. Ma già dalla seguente "Mountains of Madness" l'album sale d'intensità e spessore, per andare poi toccare i suoi massimi con l'ottima "Lord Of Sands" e la conclusiva "Gabriel".

Canzoni non esageratamente elaborate ma ricche di spunti interessanti e suggestivi, che scorrono lungo un percorso musicale incentrato su di un Progressive Power Metal che non può che far pensare a gruppi come Royal Hunt, Labyrinth, Threshold o Empty Tremor, ma che alla resa dei conti attesta quello che è da sempre il D.N.A. dei Moonlight Circus.

Di spessore anche la prova dei cinque musicisti, che siano i veterani del gruppo, tutti e tre accumunati dal legame con i Black Jester (proprio dal titolo del loro secondo album ha origine il nome del gruppo), il chitarrista Paolo Viani, il tastierista Daniele Soravia (entrambi hanno suonato dal vivo nei Warlord) e il bassista Gianluca Tassi, oppure se si passa agli ultimi innesti: Salvatore Bonaccorso (ex drummer degli Helreidh) e il cantante (forse un po' ruvido ma versatile e dalle evidenti qualità interpretative) Emanuele Cendron.

"Madness in Mask" non è ancora un capolavoro, ma la classe o la si ha o non la si ha. E qui ce n'è tanta.




Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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