Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:28 min.
Etichetta:SPV

Tracklist

  1. FIGHT OR DIE
  2. BORROWED TIME
  3. AVOW
  4. HARDENED BY CONSEQUENCE
  5. DEFEND WITH VIOLENCE
  6. SUFFER, CONQUER
  7. CUT AWAY
  8. INTOLERANCE
  9. WITHOUT WEAKNESS
  10. BORN AND BURIED ALONE
  11. CONDEMNED TO LIVE

Line up

  • Dave Peters: vocals
  • Mark Mitchell: bass
  • Jarrod Alexander: drums

Voto medio utenti

Quando si ha fra le mani un disco dei Throwdown si sa sempre quello che ci si troverà: aggressività, potenza e furia martellante senza sosta. Il gruppo capitanato dai Dave Peters, ex chitarrista degli Eighteen Visions convertito al microfono per i Throwdown, inizia la sua attività nel 1997 ad Orange County, California. Al tempo Peters non faceva parte della band, in quanto entrò in formazione nel 1999 dopo l'uscita di Brandan Schieppati (Bleeding Through). Da allora i Throwdown hanno sfornato sette album da studio e cinque EP, diventando una delle band più acclamate del panorama hardcore/metalcore mondiale.
Le influenze musicali degli schiacciasassi californiani si intuiscono non appena il disco inizia a martoriare le orecchie, un forte influsso Panteriano (scusate il neologismo) aleggia sulla release dei Throwdown, condito da quel groove metal tanto in voga nel nostro tempo. La ruvidezza e la potenza del cantato di Phil Anselmo e la distorsione massiccia dell'amato e compianto Dimebag si fondono con quel thrash moderno di matrice statunitense rappresentato da band come i Lamb of God. Questo a mio avviso è ciò che i Throwdown tendono a portare con il loro metal, quel core che si era tentato di ipotizzare fino al punto di coniare il termine Pantera-core.
Personalmente devo ammettere che le ultime uscite dei Throwdown mi erano sembrate un po' sottotono e, a mio avviso, si intrasentiva quel desiderio di spostarsi verso altri lidi metallici. Con Intolerance la macchina da guerra di Dave Peters reinizia a funzionare a pieno ritmo, offrendo pezzi brevi e concisi, sempre ruvidi e dall'alto e brutale impatto sonoro, accompagnati da riff possenti e ritornelli taglienti; tutte queste caratteristiche sono probabilmente quelle che hanno portato notorietà ai Throwdown negli oramai diciassette anni di carriera.
Tutto ciò che è stato elencato nella premessa si può riscontrare già dall'inizio di Intolerance, con Fight or Die. L'opener parte sparata con la voce rabbiosa di Peters che scandisce le parole fight or die, canzone sicuramente pronta per essere adoperata nei circuiti di combattimento MMA. Con Borrowed Time la violenza dell'uragano Throwdown continua a mietere note di brutalità e investe l'ascoltatore in pieno. Avow è ancor più breve e secca, nessuna introduzione, nessuna pausa, non c'è scampo. La seguente Hardened by Consequence è molto più orientata verso il metalcore rispetto alle precedenti, anche la voce di Peters varia leggermente. Defender with Violence è un altro pezzo forte dell'album, la potenza che esce dagli amplificatori dei Throwdown è accostabile al classico stile degli Hatebreed, veramente devastante. La seguente Suffer, Conquer inizia con un riff possente e si assesta su un thrash moderno, con un ritornello che sempre incide l'udito dell'ascoltatore. Cut Away risente dell'influsso straight edge e del tema del self empowerment altamente hatebreediano o comunque proveniente dal metalcore statunitense. Da notare che la cosiddetta workout music, adoperata negli allenamenti in palestra o negli di combattimento, vede da anni i Throwdown presenti nelle playlist più gettonate, assieme ai già citati Hatebreed, ai Pro Pain e via dicendo. Con la title-track Intolerance i ritmi si fanno più scanditi, la sezione ritmica martella pesantemente e la voce di Peters si dirige sempre più verso il growl. Without Weakness continua l'opera massacratrice, mentre Born and Buried Alone deve molto ai Pantera in termini di stile. Il pezzo finale, Condemned to Live, è anch'esso di ispirazione panteriana soprattutto nel motivo che porta alla conclusione dell'intero disco.
Con Intolerance la band californiana torna finalmente ai livelli che le competono, di certo il tutto non spicca per originalità e sperimentazione. Per ciò che riguarda al consiglio per l'ascoltatore c'è sicuramente da dire che l'album è adatto non solo ai frequentatori dell'ambiente hard-metalcore, ma anche ai nostalgici dei Pantera, tenendo ben presente che Dimebag&Co. restano nell'olimpo irraggiungibile della Storia del Metal.
Recensione a cura di Stefano Giorgianni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.