Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. BEYOND THE GATE OF A DEEP SLUMBER
  2. NIGHTMARE CIRCUS
  3. DORIAN
  4. THE GREAT CHESSBOARD
  5. FIGHT OR DRIFT
  6. DAWN OF THE FOOL
  7. CHRONICLES OF AN INFINITE SADNESS
  8. INNER MUSEUM
  9. SAILOR SIREND AND BITTERNESS

Line up

  • Jon Erviti: drums
  • Steven Shriver: vocals
  • Olivier Sentenac: bass
  • Romain Larregain: guitars
  • Laure Laborde: vocals
  • Laura Nicogossian: keyboards

Voto medio utenti

"En garde, touché!"
"Oh, basta coi cliché!"


Chi non coglie questa citazione può tranquillamente chiudere qui la recensione. No vabbè dai restate, ma approfittatene per farvi una cultura videoludica fondamentale. Per gli altri, vi starete chiedendo: ma cosa c'entra Monkey Island con i Silent Opera?

Con Guybrush Threepwood e compagnia quasi nulla in realtà, con quelle due frasi direi tutto. Ok, sono francesi e quindi la prima l'abbiamo associata. E poi sono un cliché, né più né meno che il cliché della band symphonic gothic con voce femminile lirica e voce maschile in growl/scream.
Quindi basta coi cliché? In questo caso non direi.
Si perchè "Reflections", primo episodio sulla lunga distanza dei francesini dell'Aquitania, è un disco solido, molto ben suonato e dal songwriting intrigante, che mi ha ricordato in più di un'occasione (soprattutto negli improvvisi cambi di tempo) gli inglesi To-Mera, al netto delle divagazioni jazz, oltre ovviamente agli Epica.
Bravissima Laure Laborde, altrettanto bravo e incisivo Steven Shriver al growl (molto meno allo scream, troppo sguaiato), ottimo il comparto tecnico, con Romain Larregain alla chitarra sugli scudi, così come Laura Nicogossian alle tastiere, creatrice di intarsi molto interessanti e assolutamente congeniali ai brani.
Brani che si mantengono tutti su buoni livelli, salvo cadere qualche volta nell'altro cliché tipico del genere, il "già sentito". Una decina di minuti in meno non sarebbero guastati a mio modo di vedere, ma è un voler trovare una trave la dove al massimo c'è una pagliuzza.

"Reflections" dei Silent Opera è quindi un esordio solido, che catapulta i francesi in un gruppo già nutrito di band, armati però di tutto quello che serve per poter spiccare il volo verso l'Olimpo del genere. Allons-y!

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 feb 2014 alle 09:44

E' stronzo quell'enigma perchè è basato su un gioco di parole dall'inglese, ovvero "Monkey wrench" che sarebbe un tipo di chiave inglese :D

Inserito il 27 feb 2014 alle 06:34

La tua citazione da Monkey Island mi ha quasi commosso. Anche se avevo perso svariati giorni della mia vita sull'enigma della scimmia con l'idrante..

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