Copertina 4,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2013
Durata:43 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. BAD DAY (IN THE BEST OF WORLDS)
  2. PLACE YOUR BETS
  3. LAST CHANCE
  4. BREAK YOUR CHAINS
  5. REALM OF MADNESS
  6. FROM PAST TO DUST
  7. INNER JAIL
  8. UNLEASH THE CROSS
  9. HIGHER & HIGHER

Line up

  • Ludovic Dupont: drums
  • Loïc Chalindar: guitars
  • Adrien "Black Diamond" Liborio: guitars, vocals
  • Mickaël Champon: vocals

Voto medio utenti

Formazione francese quella degli Holy Cross che con il secondo lavoro, questo Place Your Bets, vuole provare a intrattenerci con del power/thrash di estrazione americana.

Provare, perché a volte le intenzioni non bastano. Una voce assolutamente piatta e monocorde guida canzoni composte con semplici riff di estrazione thrash che molto devono ai Megadeth del periodo Rust in Peace/Symphony of Destruction. Differentemente della fù grandiosa formazione di padre Mustaine, qui i pezzi hanno strutture elementari e sono disomogenei, raffazzonati sù cercando di scuotere ma senza quasi volerlo fare. È un po' come se gli Holy Cross volessero suonare un genere che non é il loro, si avvertono infatti troppi stacchi, parti scollate, poco omogenee, con un arrangiamento insufficiente.

Non tutto è da buttare, la title track ha assoli ben eseguiti, Last Chance promette bene e ha un bel passaggio melodico dopo l'assolo, Break Your Chains ha un riff iniziale apprezzabile, ma in generale le canzoni continuano ad essere buttate insieme alla bell'e meglio e il cantato che inserisce anche cori gang style, che non c'entrano proprio nulla, non può migliorare la situazione. In certe parti il pezzo parte bene (Realm Of Madness) con qualcosa che rimanda agli Iced Earth, ma ha un cantato irritante. La successiva From Past To Dust vuole essere più melodica, quasi ammiccante, ma fallisce nel tentativo, così come Inner Jail in cui Mickaël Champon vuole fare il Matt Barlow della situazione cambiando anche spesso tonalità senza azzeccarne una. Peccato per Unleash The Cross, diverse soluzioni di chitarra non sono affatto male e gli Unholy Cross costruiscono un bel up tempo ma, come solito, andrebbe impallinato il singer.
Higher & Higher, la svolta. Un brano che non c'entra nulla con gli 8 appena presentati, un hard rock con tanto di fischiettìo e assolo in pentatonica, leggero e canterino, tra Bon Jovi, Skid Row e Def Leppard. Ironicamente la band è più convincente su questo tipo di brani leggeri e da radio piuttosto che su pezzi tirati.

Nel power venato di thrash, senza andare a scomodare nomi altisonanti, i Reverence di When Darkness Calls (2012) gli danno 10 a 0.

Troppa insicurezza e poca determinazione affondano questo disco.


Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.