Copertina 6

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Underground Symphony

Tracklist

  1. MUSA
  2. THE DAY OF REGRET
  3. BRAVING MY DESTINY
  4. INCUBUS
  5. FORLORN FAREWELL
  6. RUN IN SEARCH OF FLAME
  7. LORD OF THE DARKEST NIGHT
  8. BENEATH THIS STORM
  9. BRAIDED FATES
  10. DECEMBER DEMISE
  11. DEATH AND THE MAIDEN
  12. VIGDIS

Line up

  • Marika Vanni: vocals
  • Alberto Cassina: guitars
  • Davide Rigamonti: guitars
  • Matteo Bulldozer Rostirolla: keyboards
  • Alessio Sessa: bass
  • Davide Massironi: drums

Voto medio utenti

Barcamenarsi nell'ormai affollatissimo mare delle band dedite al Symphonic/Gothic e rendersi in questo riconoscibili è qualcosa di sempre più complicato. E' un genere che sembrerebbe aver già detto tutto il dicibile coi vari Nightwish, Within Temptation, Epica, After Forever, Tristania..eppure c'è chi ancora ci prova, il che è senza dubbio ammirevole. Che poi ci riesca è tutto un altro paio di maniche.

Gli Eternal Silence ci riescono a metà.
"Raw Poetry", il loro primo disco sulla lunga distanza, è infatti esattamente come dice il titolo stesso: grezzo. Il che non vuole assolutamente essere un'offesa ma solo un dato di fatto, l'evidenza di un qualcosa che traspare ascoltando i 12 brani che lo compongono.
L'impatto, va detto, non è dei migliori e mi ha lasciato con l'amaro in bocca: dopo l'intro strumentale "Musa" parte "The Day of Regret", dove facciamo la conoscenza con la voce maschile di Alberto Cassina. Ecco, il vero punto debole degli Eternal Silence è questa voce maschile per nulla incisiva, decisamente fuori posto e a mio modo di vedere (o meglio, di sentire) persino poco intonata. Per fortuna questa presenza forte è pressoché limitata a questo primo brano e, alla lunga, non risulta così ingombrante e lascia spazio alla bellissima voce di Marika Vanni, limitandosi a un peraltro buonissimo lavoro alla chitarra. Va comunque detto che le cose vanno meglio quando le due voci si sovrappongono, creando un contrasto davvero intrigante.
Fatta questa considerazione sulla voce, il resto del disco scorre tra alti (l'epica e sognante "Lord of the Darkest Night" su tutte, ma anche "Run in Search of Flame") e bassi, non spiccando certamente per la sopracitata originalità ma non affossandosi nemmeno eccessivamente nella mediocrità.

"Raw Poetry" è senza dubbio un esordio sufficiente, al netto dei naturali difetti di una prima produzione, ma gli Eternal Silence hanno senza dubbio bisogno di qualcosa di più in futuro per farsi strada ad un livello più alto.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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