Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. ANALOGUE AVENGERS - BERTRAND RUSSELL'S SEX DEN
  2. DIGITAL RESISTANCE
  3. HABEAS CORPSUS
  4. MAGIC HOOLIGAN
  5. GHASTLY APPENDAGE
  6. LASER ENFORCER
  7. THE PRICE IS NICE
  8. CURRICULUM VITAE
  9. THE LUDDITE
  10. WARRIOR'S DUSK

Line up

  • Michael Scalzi: guitars, vocals
  • Angelo Tringali: guitars
  • Adrian Maestas: bass
  • Harry Cantwell: drums

Voto medio utenti

Heavy metal.

Che queste due paroline magiche siano parecchio inflazionate siamo tutti d’accordo. Ma se nel 2014 ancora qualcuno si prende la briga di comporre, registrare e promuovere un disco di questo tipo, vuol dire che un significato vero, ancora, quelle parole ce l’hanno.

Insomma ci è passato di tutto, davanti agli occhi di Mike Scalzi, nel corso degli anni, ma la fedeltà a tutti i costi ad un genere tanto bistrattato, alla fine, ha pagato. Niente folle oceaniche, niente premi né mari di soldi, ma solo tanto rispetto e amore da parte di una schiera di fan piccola ma compatta e adorante.

Il nuovo Digital Resistance, primo lavoro per la Metal Blade (che ha di recente pubblicato interessanti ristampe di Twilight of the Idols, Down Among the Deadmen e Traveller) è più o meno un concept che parla dei preoccupanti risvolti del rapporto sempre più stretto tra uomo e tecnologia, ovviamente trattati al modo di Scalzi, ossia con un’ironia disarmante e con testi carichi di significato.

A livello musicale, mi sembra che la componente folk/celtica che da sempre caratterizza il sound della band venga messa leggermente in secondo piano questa volta, lasciando più spazio ad altre soluzioni. Per il resto, produzione quasi amatoriale, voce dal tono fiero ma quasi incerto, riffing elementare e incedere epico delle canzoni: in una parola, Slough Feg. Tra l’altro, i richiami che da sempre caratterizzano il gruppo statunitense si sentono ancora tutti: oltre alle già ricordate influenze folk abbiamo il gusto della NWOBHM, l’aspro sapore del doom e quel pizzico di rock anni ‘70 che non guasta mai.

Ognuno poi ci ritrova un po’ quello che gli pare, insomma, ma chi si ferma ad ascoltare veramente ci può sentire cose che non si acquisiscono con impianti da un milione di dollari, album con Lou Reed o dischi da catena di montaggio: passione e coerenza, sempre e comunque.

Se la cosa non dovesse piacervi, mi spiace ma rimane un problema vostro, perché evidentemente le cose iperprodotte e pompate che siete abituati a sentire vi hanno felpato le orecchie. In questo senso, mai titolo fu più profetico: vivete la tecnologia nella maniera corretta, resistete alla tentazione di cedere ad emozioni artificiali e non perdete il gusto per le cose vere, tangibili!

L’heavy metal è più bello quando è puro.
Non si tratta di nostalgia, ma di evidenza.
Recensione a cura di Alessandro Quero

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 feb 2014 alle 09:01

mi ricordo che comprai Twilight of the Idols appena uscì, però boh, non m'hanno mai preso + di tanto... Concordo con te, li ho provati varie volte ma non mi è mai scattata la scintilla.

Inserito il 15 feb 2014 alle 03:53

mi ricordo che comprai Twilight of the Idols appena uscì, però boh, non m'hanno mai preso + di tanto...

Inserito il 14 feb 2014 alle 12:22

Ancora ricordo quando si chiamavano the lord weird slough feg, li ascoltavano in tre sì e no...

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