Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:53 min.
Etichetta:Inner Wound Recordings

Tracklist

  1. ONE LIFETIME
  2. WAR
  3. THE FICTION MAZE
  4. DEEP IN THE DARK
  5. INSECT
  6. SON OF SODOM
  7. SENT TO THE GRAVE
  8. HEATHEN
  9. DAGON RISING
  10. WORLDS COLLIDE
  11. FALLING FASTER

Line up

  • Fredrik Hedström: bass
  • Efraim Juntunen: drums
  • Jens Carlsson: vocals
  • Emil Norberg: guitars
  • Daniel Sundbom: guitars

Voto medio utenti

Per chi mi conosce un minimo o comunque per chi segue queste pagine, che si chiamino EUTK.net o Metal.it, non è una novità o un mistero sapere che i Persuader rappresentino per il sottoscritto quello che solitamente per il metallaro comune è impersonificato da Metallica, Iron Maiden, Dream Theater e roba del genere: certo la carriera non è lontanamente paragonabile nè la fama globale e nemmeno le vendite, per carità, ma l'attesa spasmodica che si può avere per un loro disco o una notizia di una loro data perlomeno vicina all'Europa è paragonabile, dato che si sta parlando di uno dei miei gruppi preferiti di sempre, anche perchè non hanno mai sbagliato un colpo con 3 dischi incredibilmente riusciti nelle loro diverse sfaccettaure, fino all'ultimo "When Eden Burns" il capolavoro totale che già sapevo essere inarrivabile per chiunque, persino per loro.

Inarrivabile anche perchè, con quasi 8 anni di attesa alle spalle, il nuovo"The Fiction Maze" giocoforza si porta dietro una montagna di attese, di speranze, di sensazioni che quasi mai, anzi mai, poi alla fine vengono ripagate anche se il lavoro svolto fosse il più vicino alla perfezione: una sfiga totale, etichette che falliscono dal nulla non appena i Persuader incidono per loro (prima la Loud n Proud, poi la Noise, infine la Dockyard1, in bocca al lupo alla Inner Wound che si starà grattando non poco...), il progetto altalenante dei Savage Circus, mooooolta calma dei cinque svedesi, insomma fatto sta che è dal 2006 che non si poteva ascoltare nulla di nuovo.

Dunque, "The Fiction Maze" è giunto tra le mie mani a metà Dicembre 2013 e ho passato questo mese di tempo (tanto in Europa usciva a metà Gennaio 2014) a consumarlo in ascolti quotidiani, specialmente in macchina, a casa in cuffia, sul lavoro, sotto la doccia, insomma sempre....una full immersion di quasi un mese quando solitamente ai dischi "normali" non si riservano più di 2 o 3 ascolti, talvolta uno in casi esageratamente negativi: in questo caso avrò agilmente superato i 100 prima di buttare giù queste righe, come mio solito di getto e senza rileggere.

E', purtroppo ma inevitabilmente, il disco che mi attendevo dai Persuader nel 2014: ovvero un buon disco, davvero un buon disco, ma che non ce la fa a competere con nessuno dei tre precedenti: manca la freschezza ed ingenuità delle melodie di "The Hunter", manca la rabbia e la ferocia di "Evolution Purgatory", manca la classe sublime di quel capolavoro totale di "When Eden Burns".

Ne risulta, anche in base alle suddette strabordanti attese di questi 8 anni, un disco paradossalmente "deludente" anche se in cuor mio già conoscevo l'esito, ovvero che non mi sarebbe potuto piacere più di quelli che già amavo e conoscevo a memoria; anzi, il terrore che avesse potuto non piacermi talvolta mi ha sfiorato, ma fortunatamente Jens e soci hanno in ogni caso fatto un lavorone che non fa gridare al miracolo solamente perchè lo hanno già fatto nei tre dischi prima di questo.

Andando al sodo, "The Fiction Maze" in realtà parte alla grande perchè "One Lifetime" mette subito le cose in chiaro, l'ugola alla carta vetrata di Jens non si è mossa di un millimetro e le sue urla mi provocano i brividi come quando canta "Sending You Back" o "Strike Down", e mi dispiace per tutti quelli che ancora "eeeh ma Hansi Kursch", lasciate l'ex bardo alla sua panza e alle mille orchestrazioni e pippe varie e lasciate il campo alla furia omicida di Carlsson ed alla complessita e ferocia del riffing work di Daniel Sundbom ed Emil Norberg, che dovrebbe insegnare a suo fratello Nils come ancora si suona la chitarra invece di lasciarlo nel tragico declino dei Nocturnal Rites.

Della stessa risma la frenetica "War" e la seguente title track che ricalcano un po' quello che era stata "Slaves of Labor" 8 anni fa, davvero tiratissime ed a volte quasi growl nei cori e negli scream di Jens, prima di divenire onestamente molto (troppo stavolta) blindguardiana nel chorus, mentre con "Deep in the Dark" il tutto diviene più riflessivo ed oscuro, con una grande attenzione agli assoli ed alle melodie, davvero curatissimi in ogni loro aspetto.

Purtroppo però da metà album in poi si ha qualche leggero calo di qualità, i brani pur essendo tutti validi non hanno la spinta, la brillantezza e la qualità dei loro omologhi ma forse quel che è peggio è che in questo disco manca la "Sending You Back" o la "Doomsday News", quel brano che ti fa sognare fin dal primo secondo e che non vedi l'ora che arrivi il ritornello sperando che sia come lo hai in mente tu, così astratto ed impossibilmente perfetto, e quando arriva e senti il cuore che ti sale in gola non puoi che urlare "SIIIIIIIIIIII!" ed insieme a Jens urli con tutto il fiato che hai, andandoti a rovinare le corde vocali: purtroppo in "The Fiction Maze" queste sensazioni non sono mai arrivate, manca la o le hit incredibili, quelle che mi fanno inserire il "repeat" per tipo un'ora prima di passare al brano successivo.

Vabbè, già che sia un grande disco è un risultato ottimo, la magia peraltro non può essere infinita altrimenti diverrebbe normalità ed i Persuader non conoscono questa parola.

"InSect" fa la sua porca figura con i suoi inserti di synth ed il nuovamente super ritornello, mentre "Son of Sodom" è il primo brano a non decollare del tutto, con il suo mood troppo orientaleggiante, troppo lento, troppo sulfureo per una band come i Persuader: anche "Sent to the Grave" sebbene pesti nuovamente sull'acceleratore, anche di brutto essendo probabilmente il brano più pesante del lotto, manca di quel quid solitamente presente nella musica dei Persuader, ed è questo quel leggero passaggio a vuoto di cui parlavo: paradossalmente "Heathen" è invece formalmente perfetta fino al chorus, che un po' delude e non si attesta sugli standard soliti del quintetto svedese, benchè in ogni caso nel complesso si riveli come uno dei brani migliori di questo quarto lavoro.

Il disco si chiude, con quasi 60 minuti di durata, con la doppietta "Worlds Collide" e "Falling Faster" e con tutto il bene, il paragone con la doppietta conclusiva di "When Eden Burns" (ma anche "Evolution Purgatory" e "The Hunter"...) risulta impietoso, sebbene entrambi i chorus siano assai coinvolgenti al contrario della strofe, o troppo stoppate o troppo violente, senza mostrare quella solita classe e melodia sempre sciorinata in passato, ovviamente sempre prendendo come termine di paragone tutti i capolavori composti in passato... in chiave assoluta, sono due pezzi meravigliosi.

Da rimarcare la prova di Efraim Juntunen alla batteria, davvero un mostro di precisione, e la produzione veramente maniacale: ci hanno impiegato anni, incidendo e sovraincidendo 10 secondi al giorno, ma almeno il risultato è pazzesco.

Che dire? Assegnare un voto del genere e nonostante tutto essere un po' delusi ed asserire che si tratti del disco meno riuscito della loro discografia è quasi assurdo, ma questo non fa altro che risaltare il valore di una band che quando va "male" compone un disco che lascia a bocca aperta e con un pugno di mosche in mano il 99,9% dei loro colleghi.

Adesso la speranza è quella di poterli vedere in sede live e magari di non aspettare altri 8 anni per il loro quinto disco, se ma ci sarà.

In ogni caso, nonostante sia il 15 gennaio, disco dell'anno. Grazie di esistere!!!

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 gen 2014 alle 14:27

Finalmente l'ho ascoltato e sono pronto per esprimere un commento tecnico: porca puttana se ciocca!

Inserito il 21 gen 2014 alle 02:07

non centra nulla ma sono appena rimasto sorpreso dalla sezione ritmica degli IVORY NIGHT nell'ultimo "the healing".....

Inserito il 18 gen 2014 alle 17:23

Gianluca "Graz" ci siamoooooo!!!! Gran bel disco!!!

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