Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BLEED [TILL THE END]
  2. TO THESE POWERS [I SWEAR]
  3. THE ANCIENT LAND FALLS
  4. MASTERS OF SINS
  5. ENVIOUS CRITICS
  6. NEMESIS
  7. STARVATION
  8. DEATHDANCE
  9. THE STRUGGLE
  10. HYPOCRISY CRUSADE

Line up

  • Nick Iglezos: vocals
  • Jim A.D. Selmazidis: guitars, bass, keyboards
  • Bill Kanakakis: drums

Voto medio utenti

Formatisi addirittura nel 1985, i greci Sarissa hanno alle spalle solo due album autoprodotti, "1987" (appunto del '87) e "Sarissa" (uscito nel 1994). Già questa indicazione dovrebbe testimoniare i tanti problemi che li hanno danneggiati e rallentati nel corso degli anni, tra cambi di formazione e pessimi rapporti con etichette discografiche. Così, solo due anni fa sono riusciti a trovare la giusta quadra ed a firmare per la Black Lotus, un accordo che ha permesso ora la realizzazione di "Masters of Sins".
I Sarissa sono fautori di Metal sostanzialmente classico, dai risvolti epici e che punta parecchio sulla sua commistione con soluzioni sinfoniche e sopratutto progressive. Credo che sia proprio quest'ultimo l'aspetto in cui i Sarissa riescono meglio, in grado di creare canzoni sorrette da una struttura ritmica variegata e dinamica, come dimostrano appunto "The Ancient Land Falls" o la titletrack, due dei brani migliori del CD. Si potrebbe arrischiare per i Sarissa come definizione, quella di un gruppo che si colloca a metà strada tra Symphony X ed i Virgin Steele. Buona la prova di Jim Selmazidis, il quale si occupa praticamente di tutti gli strumenti, e di Bill Kanakakis alla batteria, mentre il più recente acquisto del gruppo, il cantante Nick Iglezos, se la cava molto meglio sui passaggi dai toni medi, e non convince solo sulle tonalità più alte. Tante idee, ma talvolta sembrano un po' buttate lì, ad esempio su "Envious Critics" e su "Deathdance", ed entrambe finiscono così con il mostrare la corda. Non convince nemmeno troppo "Nemesis", nonostante il taglio drammatico dato dai cori e dall'uso insistito e molto "fisico" della tastiera.
Sorpresa finale con due brani all'antitesi tra loro: "The Struggle", che inizialmente dà l'impressione di poter essere una ballad e che poi prende le connotazioni Hard di un mid tempo piuttosto anni '80, e "Hypocrisy Crusade" che arriva sparata, al limite del Thrash nella ritmica e nel cantato.
Anche i Sarissa troveranno certo i loro estimatori, sopratutto in Patria, ma per il momento non convincono del tutto.

Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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