Copertina 6

Info

Anno di uscita:2013
Durata:53 min.
Etichetta:Rat Pak Records

Tracklist

  1. BULLETPROOF
  2. DEAD CITY
  3. GENERATION NOTHING
  4. NOISES IN THE WALL
  5. SUICIETY
  6. SCREAM
  7. HITS KEEP COMIN'
  8. CLOSE TO THE BONE
  9. THE MEDIA HORSE

Line up

  • Kurdt Vanderhoof: guitars
  • Ronny Munroe: vocals
  • Steve Unger: bass
  • Jeff Plate: drums
  • Rick van Zandt: guitars

Voto medio utenti

Doveva finire tutto col precedente This Present Wasteland poi, il buon Vanderhoof deve aver pensato "ho delle buone idee che potrebbero essere interessanti da usare con i Metal Church!". Già amico Kurdt, ma le idee vanno sviluppate.

Con questo preambolo non si può certo dire di essere di fronte ad un capolavoro, ma vediamo di capire meglio cos'ha combinato la Chiesa Metallica.

Tanto per cominciare segnaliamo che la formazione che ha registrato il disco del 2009 è stata qui confermata in toto, possiamo quindi contare sulla bella voce di Ronny Munroe e su una solida sezione ritmica. Generation Nothing è uscito per l'etichetta di Kurdt, la Body of Work Recordings in collaborazione con la semi sconosciuta Rat Pak Records, e devono aver fatto le cose un po' in economia visto che la produzione è piuttosto piatta e poco curata, per non parlare dell'aberrante copertina (non lo chiamo artwork perché qui di art non ce n'è). Giudicare il disco solo dal lato estetico e da quello del suono è troppo superficiale, ci dà però un'idea.

L'album non parte bene, la prima Bulletproof ha un inizio abbastanza aggressivo con una vena quasi punk e sembra promettere buone cose ma, un chorus banale smonta un po' il tutto. I Metal Curch si riprendono in parte con Dead City, dotata di buoni riff rotondi e circolari, una canzone diretta, assai semplice e abbastanza veloce, con un cambio di chiave in occasione del refrain e con un buonissimo cantato. Risulta bellina ma forse un po' sempliciotta e rindondante.
La speranza di una raddrizzata al lavoro si accende ascoltando Noises in The Wall che, come da titolo, inizia con rumori non meglio specificati (un incrocio tra il passaggio continuo di una tir e una F1), accompagnati da un arpeggio che finalmente esplode in un bel riff e sembra che qualcosa di più sostanzioso questo pezzo possa darcelo. Cantato alto, un bell' arrangiamento, atmosfere vagamente sinistre e una certa leggera tensione che scorre, una sofferenza palpabile. Per ora miglior canzone del disco. Proseguendo l'ascolto si cade nel passato, con deue canzoni (Jump the Gun e Suiciety) davvero molto anni '80, rovinate però da una produzione disgraziata. È la volta di Scream, singolo del disco, che finalmente ha un inizio più cazzuto, in pieno US power style, con una maggiore velocità e carica, bei riff e arrangiamento, un pezzo che funziona proprio bene. Negli ultimi tre brani c'è poco da segnalare, se non che sono dotati di una monotonia e di una pochezza che, dopo un paio di ascolti del disco, fa crescere inevitabilmente la voglia di pigiare il tasto skip.

Alla fine, voce di Wayne a parte, se ci andiamo a risentire il debut e The Dark, questo nuovo disco sembra un outtake venuto male. Anche i paragoni con i successivi Blessing in Disguise e il bellissimo The Human Factor (per quanto più snello) sono impietosi. Penso che sia collocabile al fianco di This Present Wasteland, se non appena sotto.
E' un lavoro che non è stato accolto molto bene, vuoi per la scarsa promozione, vuoi per la pochezza musicale in sé, sta di fatto che nella prima settimana di uscita, ha venduto negli USA solamente 600 copie.

Più lo ascolto e più mi convinco che questo Generation Nothing sia un'occasione persa. Fa davvero rabbia ascoltare buoni riff e grandi doti vocali sprecate in canzoni che non sono state curate a dovere. Se, tanto per dire, invece di 10 pezzi ne avessero preparati 6 o 7 ma come si deve, staremmo qui ad averlo bello barzotto con il sorriso sulle labbra. Ma invece no, dobbiamo stare a commentare un lavoro che si gioca la sufficienza e che pecca di superficialità come se stessimo disquisendo di un gruppo all'esordio. Non me lo dovevi fare Vanderhoof, non me lo dovevi fare!
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 nov 2013 alle 21:09

caro Frank, sono un cultore appassionatissimo della Chiesa Metallica (ho sempre considerato il loro debut un capolavoro). Non posso che sottoscrivere quanto hai scritto, con rammarico e un pizzico di rabbia...solo a vedere quel mitico logo appiccicato malamente su una copertina a là Limp Bizkit mi fa stare male. Lo comprerò, perchè amo possedere tutto dei gruppi che mi piaciono, ma avere fra le mani il vinile di Metal Church con quella musica e quell'artwork così oscuro e gotico è davvero un'altra storia. Pensa che il primo dei Metal Church è stato il mio primo album in vinile, acquistato insieme a Stay Hungry dei Twisted Sister... Che dire? Godiamo all'infinito di quanto di buono hanno fatto!

Inserito il 17 nov 2013 alle 09:13

Ehhh Ennio, fino a Hanging... un gruppo fantastico, sottostimato dal grande pubblico ma con pezzi da urlo... poi si sono trascinati malamente...

Inserito il 17 nov 2013 alle 09:06

caro Frank, sono un cultore appassionatissimo della Chiesa Metallica (ho sempre considerato il loro debut un capolavoro). Non posso che sottoscrivere quanto hai scritto, con rammarico e un pizzico di rabbia...solo a vedere quel mitico logo appiccicato malamente su una copertina a là Limp Bizkit mi fa stare male. Lo comprerò, perchè amo possedere tutto dei gruppi che mi piaciono, ma avere fra le mani il vinile di Metal Church con quella musica e quell'artwork così oscuro e gotico è davvero un'altra storia.

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