Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:37 min.
Etichetta:20 Buck Spin

Tracklist

  1. SEASONS IN THE CLAUSTRUM (THE LIBIDINAL SPRING)
  2. ENIGMA OF DISGUST
  3. 3 A.M. IN AGONY
  4. INCEL
  5. PATRICIDAL LUST
  6. REPULSIVE AROUSAL

Line up

  • Luca Indrio: bass
  • Leila Abdul-Rauf: guitars, vocals
  • Daniel Butler: vocals

Voto medio utenti

La magnificenza nella marcescenza.
Tale slogan, il cui suono mi fa tornare in mente Abominations of Desolation dei Morbid Angel (che per l’occasione avevano attinto dalla Bibbia) e altre decine di titoli death similari, mi permette di propugnare una tesi. Alle orecchie di molti suonerà come un’ovvietà, eppure trovo importante sottolineare in questa sede come, anche nei contesti estremi meno avanguardistici, fieramente abbarbicati a una concezione di metal lontana dagli orpelli, dallo sfoggio di tecnica, dalla ricerca del nuovo a tutti i costi, possano annidarsi qualità e ispirazione.

I semi-sconosciuti Vastum ce lo dimostrano: pur non confezionando un capolavoro assoluto, né tantomeno inventando alcunché (gli echi dei grandi, ma ormai quasi obliati, Bolt Thrower, dei nipponici Coffins e dei primi Death sono lì da ascoltare), riescono ad appassionare con un album old school onesto e morboso fino al midollo.

Un bell’aiuto alla causa giunge dai testi, forti come il genere impone, incentrati su incesto e violenza sessuale, in un fosco mix tra erotismo malato e gore, così come dall’artwork di copertina, ad opera dell’ascolano Paolo Girardi: non so se verrà mai esposto al Prado di Madrid a fianco del Trittico del Giardino delle delizie di Bosch, ma non lascia indifferenti, e calza come un guanto alla grottesca proposta dei giovani americani. I quali, oltre a ciò, hanno potuto usufruire di una produzione azzeccatissima (confezionata agli Earhammer Studios): i suoni del disco, a dir poco retrò, sanno esaltare il guitar work e avvolgere le composizioni in una deliziosa patina di putridume.

A proposito di composizioni, una cosa è certa: alle prese coi pezzi veloci i Vastum se la cavano (3AM In Agony e Repulsive Arousal non sono per niente male), eppure è nei tempi medio-bassi che esce la loro vera anima. Quando i ritmi calano, lambendo il doom, i riff si fanno più ficcanti e le atmosfere ne traggono ovvio vantaggio: basti soffermarsi sulla malevola Libidinal Spring o sulle perversioni soniche della title track. Completano il quadro le prove vocali di Daniel Butler (dotato di un growling davvero catacombale) e Leila Abdul-Rauf, che si alternano al microfono con buoni risultati.

Come anticipato, non è la genialità pura ad albergare in questi lidi, e se siete amanti di tecnica e ricerca sonora non troverete in Patricidal Lust grandi soddisfazioni; se, al contrario, vi “basta” un gruppo in grado di far propri gli insegnamenti di grandi realtà death metal e di rielaborarli in una manciata di ottimi brani, concedete un’opportunità ai Vastum.
Io, nel mio piccolo, ho deciso di aderire al secondo partito.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 nov 2013 alle 17:02

Non hai torto: anche gli Asphyx erano un bel metro di paragone. Comunque è un ottimo periodo per il death: davvero tante uscite succulente!

Inserito il 14 nov 2013 alle 13:08

paolo girardi sta diventando molto richiesto. fa delle copertine incredibili. molto buoni questi vastum, anche se per li trovo piu prossimi agli asphyx piu marci che ai death o ai bolt thrower...

Inserito il 14 nov 2013 alle 01:43

Direi che come proposta e come recensione, questi Vastum fanno il paio con gli Obliteration ;) Nel secondo partito ci sono anche io! E vai di tesseramenti

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