Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:27 min.
Etichetta:Rastilho Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. NO COLOR
  3. THE KEY
  4. LISBON BLUES
  5. LIFE IS A CAROUSEL
  6. 110
  7. DARKTIMES
  8. RESTLESS SOULS
  9. OLD WOUNDS
  10. D.W.F.
  11. NEVER SEE ME FAIL

Line up

  • Ricardo: vocals
  • Sergio: guitar
  • João: guitar/back vocals
  • Rui: bass/back vocals
  • Pedro: drums

Voto medio utenti

Avevamo recensito i For The Glory solo pochi mesi fa, ed eccoci di nuovo qui a parlare di loro. In realtà, per chi ricordasse la precedente recensione, c’è da dire che non ci troviamo di certo davanti ad una band che in pochi mesi sforna dischi come fossero panelli di pane. E questo perché il precedente “Some kids have no face” era in realtà una raccolta della produzione della band dagli esordi al 2012. Quindi, questo “Lisbona blues”, che nonostante il titolo tutto è fuorché un album di musica nera, può essere considerato a tutti gli effetti come una sorta di esordio, o quanto meno la prima vera e propria uscita sulla lunga distanza composta da soli inediti. Le coordinate stilistiche dei portoghesi non sono affatto cambiate, e continuano a muoversi lungo sentieri hardcore, sempre sulle scie della scena americana più dura e metallosa. La maturità stilistica raggiunta dal quintetto è evidente. Senza aver snaturato il proprio sound di una virgola rispetto agli anni trascorsi, i nostri sono riusciti a partorire una manciata di brani maturi, con una propria personalità, che riescono a colpire a fondo l’ascoltatore. Mantenendo una giusta alternanza tra parti più in your face e rallentamenti pachidermici, i nostri riescono ad andare dritti al punto, forti anche di un album non troppo lungo, composto da brani snelli e nervosi, riuscendo, in questo modo, a guadagnarsi a pieno diritto non solo il primo posto in un’ipotetica classifica di band hardcore del loro piccolo paese, ma anche un ottimo posizionamento a livello europeo. L’opener “No color” è un manifesto sonoro più che esplicito, che ben fotografa la proposta dei nostri, che continuano a pestare duro con “The key”, con la cortissima e violentissima “110”, con “Old wounds”, ma anche con episodi più lenti e cerebrali come la titletrack o “D.W.F.”, fino al sigillo “Never see me fail”, che chiude l’album così come è stato aperto, con violenza… Ed è per questo che mi sento, in tutta onestà, di alzare di mezzo punto il voto rispetto all’altra release. La band merita tutto il supposto possibile da parte degli aficionados hardcore, ma anche da quei metallari dagli orizzonti sonori più aperti, in quanto “Lisbona blues” risulta molto più violento di tanti album metal in uscita ai giorni nostri.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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