Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. TWISTED AGAIN
  2. SOONER OR LATER
  3. RUN TO ME
  4. MY OCEAN
  5. FIRST LOVE SONG
  6. WITHOUT YOU
  7. GIVE IT IN
  8. MASQUERADE
  9. I WON'T LOOK BACK
  10. NOW THAT YOU'RE GONE
  11. SPEAK

Line up

  • Kevin Chalfant: vocals
  • Alex De Rosso: guitars, bass, drums programming, keyboards, backing vocals

Voto medio utenti

Kevin Chalfant, un nome che evoca momenti memorabili di hard melodico ed “adulto”, che si sono consumati all’interno di vari monicker (707 – il recentemente ristampato “Megaforce” è un capolavoro “minore” che va assolutamente recuperato -, The Storm e Two fires innanzitutto, ma anche Steel Breeze e The VU), aventi sempre come denominatore comune un’indiscutibile classe e raffinatezza.
Alex De Rosso, una piccola “gloria” nazionale che abbiamo prima potuto apprezzare nei veneti Dark Lord e poi in gradevoli lavori da solista (senza dimenticare l’interessante collaborazione con i romani Dunwich nel loro “Eternal eclipse of frost”), il cui gusto esecutivo è stato in grado di ammaliare un “certo” Don Dokken, che lo ha scelto come sostituto di John Norum, per un paio di tours con la grandissima band statunitense.
Quando due personaggi di questa caratura si trovano a collaborare in un progetto comune, è innegabile che le aspettative non possano che essere molto elevate … e invece, non appena partono le note dell’opener “Twisted again”, s’intuisce immediatamente che c’è qualcosa che non funziona in modo corretto: sarà la registrazione non proprio cristallina o la produzione (opera dello stesso De Rosso) che non “spacca” a dovere o forse il modus operandi con il quale è stato effettuato il disco, con i due musicisti a lavorare ognuno per proprio conto, scambiandosi solamente le varie sessioni musicali sulle quali operare, che può (a dispetto di quanto dichiarato nel flier allegato al promo), aver limitato la freschezza e la compattezza delle composizioni oppure il fatto di avvalersi, in parte, di songwriters esterni (sarò retrogrado, ma penso che il "tradizionale" metodo di realizzazione di un disco, con gli artisti coinvolti direttamente alla stesura e alla registrazione del materiale, sia ancora il migliore dal punto di vista creativo) o ancora quella batteria elettronica che appiattisce la resa sonora delle canzoni … non sono in grado d’identificare in modo preciso le ragioni di quest’impressione, ma è chiaro che le sensazioni che si ricavano dall’ascolto dell’album sono quelle di una continua attesa dell’episodio risolutivo … un po’ come un bolide dall’enorme potenza, che ci si aspetta da un momento all’altro possa sprigionare tutti i suoi cavalli e che invece sembra continuare a viaggiare al minimo delle sue potenzialità, con il “freno a mano” leggermente tirato.
Non si può dire che si tratti di un disco “brutto”, tutt’altro, con Kevin che conosce perfettamente l’arte di emozionare gli estimatori dell’hard melodico e la sua splendida vocalità che si esprime con impareggiabile maestria in quelle che sono da considerare, a mio parere, le migliori tracce del disco e che si chiamano “Sooner or later” (soprattutto per il bel refrain), “My ocean”, “First love song”, “Give it in” (superlativa), “Masquerade” e le splendide ballads “Run to me” e “Speak” (quest’ultima veramente ispirata), anche per merito della buona prova offerta dalla puntuale chitarra di De Rosso, ma quello che manca è quella “scintilla” che distingue un “buon” album da un “grande” album.
E’ anche vero che Kevin ha abituato forse troppo bene i suoi ammiratori e che gli stessi brani qui contenuti (soprattutto se realizzati con una produzione migliore e una batteria "suonata") potrebbero costituire un livello abbastanza considerevole (se non il punto d’arrivo) per molte formazioni di hard melodico, ma allo stesso tempo, proprio perché i suoi standard sono mediamente così rilevanti, è impossibile evitare paragoni con un passato così illustre.
Un buon disco, quindi, ma non così entusiasmante come ci si sarebbe potuti aspettare …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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