Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:77 min.
Etichetta:Arise
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. INTRO
  2. TEARS
  3. RESURRECT
  4. IMPLEMENTATION
  5. DESPERATE
  6. CAN'T I TAKE
  7. MY
  8. IN THE AIR
  9. GONE
  10. BEFORE
  11. IS THAT?
  12. ISTANTANEOUS
  13. IN THE END
  14. MY (CHINESE VERSION)

Line up

  • Pay: vocals
  • Kessier: guitars
  • Lucas: guitars
  • Simon: drums
  • Jax: bass, vocals

Voto medio utenti

Non è certamente una novità il grande seguito del Metal nei paesi dell'Asia orientale (basti pensare al Giappone!), ma davvero non pensavo che l'influenza dei Nightwish potesse spingersi fino a Taiwan! Perché è proprio da Taiwan che provengono i Seraphim, che danno alle stampe il nuovo disco “Ai”: si tratta del terzo album della band, ma è il primo che ho l'occasione di sentire ed è anche il primo ad essere protagonista delle pagine di EUTK. Ma a giudicare dalla proposta dei cinque musicisti asiatici, non credo di essermi perso moltissimo finora: ad onor del vero la somiglianza coi Nightwish è decisamente limitata, e si limita unicamente alle linee vocali di Pay, cantante lirica dalla voce veramente simile a quella di Tarja. Dal punto di vista musicale i Seraphim sono invece molto più vicini all'Happy Metal Helloweeniano, con refrain iper-orecchiabili, ritmi sostenuti, grande solarità e, a differenza della band finlandese, una modesta presenza tastieristica. Purtroppo le canzoni di “Ai” sono troppo banali, quasi totalmente prive di personalità e originalità, e l'eccessiva durata dell'album (quasi ottanta minuti di musica) non aiuta certo l'ascoltatore, che già dopo pochi ascolti comincia a sbadigliare sonoramente. Ogni tanto è la voce del bassista Jax a spezzare la monotonia, sia con vocals growl (convincenti), sia col cantato pulito (decisamente meno riuscito), ma purtroppo il cantato di Pay è davvero troppo ripetitivo! Positivo invece il contributo della copia di axeman Kessier – Lucas, tecnicamente preparati e molto puliti nel loro guitar-work, mentre lasciano qualche perplessità alcuni passaggi di batteria di Simon. A rendere ancora meno personale questo album è la scelta del mixing, che essendo stata operato ai rinomati Finnvox Studios da Mikko Karmila, fa suonare questo disco come decine di altri dischi passati da quelle parti.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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