Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:WormHoleDeath Records

Tracklist

  1. ALONE
  2. THE CURSE
  3. THE TRAITOR
  4. MYSTICAL TEMPLE OF PAIN
  5. IN THE NIGHT
  6. NOTHING INSIDE
  7. ONLY IN MEMORIES
  8. ECHOES OF VOID
  9. AFFLICTION
  10. RITUAL

Line up

  • Leonardo Corinaldesi: vocals
  • Pietro Bucari: keys
  • Lorenzo Marcelloni: guitar
  • Cristiano Mazzarini: guitar
  • Giusy Bettei: bass
  • Alessandro Recchia: drums

Voto medio utenti

Unire Dimmu Borgir e Dark Tranquillity sotto un'unica bandiera contaminandoli con un tocco marcatamente prog non è certo impresa semplice, sembra però che i marchigiani Nacom siano riusciti a trovare la formla giusta, o quantomeno abbastanza convincente.

Questi ragazzi, mischiando influenze e generi apparentemente distanti tra loro (ci sono infatti anche parti di classic metal, thrash, certo prog à la Opeth, tastiere e uno screaming che rimandano ai Cradle of Filth) propongono un sound d'impatto, variegato e piuttosto interessante. Non deve sicuramente essere un'impresa semplice buttare nella propria musica così tante sfumature (che immagino derivino dai diversi gusti dei componenti) e qualche volta i Nacom incappano in alcuni buchi di songwriting o nella "troppa carne al fuoco", ma in linea di massima le 10 tracce di Crowling Human Souls sanno destare un buon interesse.
Altro punto a favore sono le liriche, pensate, costruite e non improvvisate, che prendono in esame i particolari stati dell’animo umano e si espandono fino a richiami storico/culturali alla civiltà Maya.

La voce di Leonardo Corinaldesi si adatta bene ai tanti cambiamenti di ritmo e stile all'interno delle canzoni, alternando spesso un growl marcio e davvero profondo ad uno scream molto acido e "alto" mentre le chitarre, come la batteria, meritano un discorso a parte.
Sono davvero molti i riff e i cambi di pelle che ci propongono le sei corde passando da parti classicamente death, a schemi modern metal, fino ad esibirsi in assoli melodici o in ritmiche thrashettone d'accompagnamento che sorreggono l'operato delle tastiere (dai rimandi symphonic black e dai suoni sempre diversi), rendendo difficile la memorizzazione delle canzoni. Il batterista si fa davvero il culo a seguire tutto quello che accade dentro a queste canzoni, restando però sempre sul pezzo,cercando di mantenere un amalgama funzionale, senza che il tutto finisca in vacca.

Troppo melodici, senza cattiveria e contaminati per essere death, troppo duri per essere prog, per i fanatici delle etichette proporrei un extreme progressive metal come definizione della loro proposta. Di spunti validi se ne trovano tanti all'interno di questo disco e l'abilità dei musicisti non è assolutamente in discussione, ma la sensazione di saturazione è forte e a volte si perde un po' il focus sui pezzi. La produzione non aiuta, è infatti piuttosto secca e piatta e non enfatizza il suono degli strumenti principali, relegando tutto su un unico piano e non facendo emergere l'impatto. Da sei musicisti che propongono un genere così variegato e ricco di sfumature mi aspetto una botta di suono.

Promossi di sicuro, ma con un'attenzione maggiore alla "forma canzone", una produzione che spinge di più e tappando qualche piccolo buco tra un passaggio e l'altro, possono migliorare molto. Il potenziale c'è, li aspettiamo.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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