Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Karmageddon Media
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. OF STEEL AND MAN
  2. IRON HEARTED CROSS
  3. OVERWHELMING
  4. CYCLE OF ZERO
  5. UNDERGROUND
  6. 7.62
  7. 2ND GHOST
  8. START AT THE END
  9. GOD FOR GOLD

Line up

  • Jyri Aarniva: vocals
  • Sami Inkiläinen: guitars
  • Jarno Laakso: guitars
  • Jukka Hoffrén: bass
  • Jarno Känninen: keyboards
  • Teemu Laitinen: drums

Voto medio utenti

Nonostante il nome che portano questi sei ragazzi scandinavi non si mettono certo in evidenza per il fatto di proporre qualcosa di particolarmente originale o, per l'appunto, di "diverso"... La band, che in origine si chiamava Lost In Twilight, ha già un album all'attivo ed è tornata con questo "Cycle of zero" per "rappresentare il meglio del metal finlandese". Tale frase non appartiene alla sottoscritta ma è stata utilizzata dalla persona che si occupa della promozione di questo lavoro, la quale evidentemente non si è resa conto che così facendo crea più "preoccupazioni" che interesse nel recensore... Queste preoccupazioni vengono confermate non appena si va ad ascoltare il cd, che formalmente non è affatto male, ma che purtroppo a livello di contenuti appare un po' come un collage tra vari stili musicali. L'iniziale "Of steel and man" è un pezzo alla Children Of Bodom piuttosto ben fatto e ben suonato, ma ha il difetto di venire a noia dopo un minuto che lo ascolti, invece la successiva "Iron hearted cross" è una canzone un po' meno tirata e decisamente più vicina al gothic metal, all'interno della quale viene sempre usata la voce pulita. A seguire troviamo "Overwhelming", ovvero una specie di mix tra il materiale contenuto nelle prime due tracce, al quale però sono stati aggiunti un po' di riffoni rubati direttamente dai primi dischi dei Sentenced. In questo caso le vocals lasciano particolarmente a desiderare, difatti l'accostamento tra il cantato aggressivo e quello gotico/melodrammatico è davvero pessimo e fuori luogo. Andando avanti non è che le cose migliorino molto, bene o male la ricetta usata per comporre i vari brani è sempre la stessa e di novità se ne sentono poche... Quello che però irrita maggiormente è che i Divercia non sembrano affatto degli sprovveduti alle prime armi, e quindi se hanno realizzato un album con queste caratteristiche non è certo a causa della loro ingenuità! Evidentemente hanno pensato bene di pescare qua e là dalla musica dei gruppi che vanno per la maggiore e di agire in maniera "furba", proponendo un lavoro che può piacere a molti e che non è mai né troppo estremo né troppo "sdolcinato", ma che alle mie orecchie suona un tantino commerciale e soprattutto dà l'idea di essere stato programmato a tavolino! Una band del genere è decisamente "sospetta" per i miei gusti e non attira le mie simpatie, ma purtroppo il music business è fatto anche di queste cose qua...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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