Copertina 5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:52 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LEFT HERE
  2. SIMPLE HUMAN
  3. RIVER WIDE OCEAN DEEP
  4. ANOTHER PERFECT DAY
  5. HEAL ME
  6. SEQUENCE # 7
  7. CRAWL
  8. A HANDFUL OF DOUBT
  9. STRANGER (WITH A FAMILIAR FACE)
  10. WISH

Line up

  • Ray Alder: vocals
  • Jim Matheos: guitars
  • Joey Vera: bass
  • Mark Zonder: drums

Voto medio utenti

Senza troppi giri di parole,"X" è il lavoro più brutto dei FW con Ray Alder: ormai da troppo tempo presi in svariati progetti (Engine, Osi, Redemption), si vedono quasi costretti a comporre e registrare "in proprio" (gli overdubs nello studio di Matheos, le parti di batteria separatamente, per poi ritrovarsi in uno studio del Connecticut per mixare il tutto con Phil Magnotti, già loro collaboratore per "Disconnected"). Prodotto da Matheos e Alder, "X" è caratterizzato da una vena più aggressiva e segna un ritorno alla forma semplice della canzone, mentre l'intervento delle tastiere viene ridotto al minimo.
"Left here" non è un cattivo inizio, e richiama in parte certe cose già sentite in "Parallels" e "Inside out", con un bel refrain melodico e corale, idem per "A handful of doubt" (a mio avviso il brano migliore del cd), che ci riporta i FW più riflessivi ed atmosferici ed il sound tipico dei due cd già citati, mentre "Heal me" ricorda un po' all'inizio brani come "The eleventh hour", ma scade molto nella seconda parte per merito di un cambio di tempo che rende il sound troppo aggressivo (vedi "Disconnected"). "River wide ocean deep" è caratterizzata da un ritmo orientaleggiante, chitarre distorte e voce femminile in lontananza, mentre nella seconda parte ritroviamo finalmente le sonorità più tipiche della band. "Another perfect day" (non inganni l'intro strumentale) è invece un brano puramente melodico cantato splendidamente da Alder e sorretto da un notevole lavoro di batteria. "Simple human", "Crawl" e "Stranger" sono invece brani più riconducibili a "Disconnected", pieni di aggressività e suoni ruvidi (forse che il tour americano con Queensryche e Dream Theater li abbia "convertiti" a queste sonorità?). La conclusiva "Wish" è invece costruita inizialmente su toni pacati e sorretta da un bel lavoro di chitarra e basso, a metà brano c'è anche un pezzo al pianoforte e poi il ritmo si innalza con il miglior solo di Matheos presente in tutto il cd. Un brano che alla fine ci lascia con un senso di incompiutezza.
Rispetto a "Disconnected", in "X" manca un capolavoro come "Still remains", per cui, se cercate i FW di "Perfect simmetry" e "Pleasant shade of grey", girate al largo.
Recensione a cura di Carlo Viano
Deludente

Il decimo album della band è stata una gran delusione per chi ama il loro stile classico,sembra inseguire ombre di altre nuove leve come i Tool(nuovamente) e i Porcupine Tree del tanto acclamato e sopravvalutato Steven Wilson,abile più che altro nel riciclare materiale old fashioned in chiave moderna.Un album discreto ma per niente eccezionale e significativo.Dimenticabile.

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