Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:30 min.
Etichetta:Secret Entertainment

Tracklist

  1. CLIMBING UP THE ELECTRIC TREE INTRODUCTION
  2. PULSE OF THE EARTH
  3. CAROUSEL
  4. HEROIC SYMPHONY
  5. HEAVY TO CLIMB PART I
  6. FAREWELL AND GOODBYE
  7. N.O.G.
  8. HEAVY TO CLIMB PART II

Line up

  • Tomi: vocals, guitar
  • Toby: guitar
  • Andy: drums
  • Sami Jormanainen: bass

Voto medio utenti

Dopo il debut Thirteen e il successivo Hussshhh (The Sound of Sorrow and Silence), album del 2009 che non giunse mai sino agli italici lidi, i Velvetcut tagliano il significativo traguardo del terzo disco.
In onestà, non ho mai avuto modo di ascoltare le prime due release del quartetto finnico, eppure non ci è voluto molto a individuarne la proposta: trattasi di un morbido ed elegante rock dalle tinte elettroniche, pervaso da atmosfere colme di solenne tristezza.
Sono con ogni probabilità Placebo e, soprattutto, Muse (l’attacco di Heroic Symphony e N.O.G. sono emblematiche in tal senso) le influenze più vistose, il che tuttavia non deve necessariamente scoraggiare: in effetti, posso dire di aver gradito l’ascolto di Electric Tree.

Definirei avvolgente la musica dei Velvetcut, che dipanano le loro trame con brani dai tempi medio-lenti e dall’alto tasso atmosferico. A mio avviso, risiede negli arrangiamenti l’aspetto più apprezzabile di questo lavoro: gli otto pezzi che lo compongono, pur nella loro breve durata (come del resto l’album stesso: poco più di 30 minuti), possono contare su una produzione eccezionale (ad opera di Tomi, anche fondatore, cantante e compositore principale della formazione finlandese), e risultano curati all’inverosimile, stratificati, colmi di piccoli accorgimenti e finezze delle quali si può fruire solo grazie a un attento ascolto in cuffia.

Dopo l’intro dal sapore industrial, vicina ad alcune cose dei Nine Inch Nails e forse tirata un po’ troppo per le lunghe, i nostri snocciolano la canzone scelta come singolo apripista dell’album, Pulse of the Earth, che ha saputo conquistare numerose radio nordiche grazie alle sue melodie accattivanti e al suo chorus radio friendly (per l’appunto). Buon inizio, anche se a mio avviso sono brani come la ballata crepuscolare Carousel o la conclusiva Heavy to Climb (part II), col suo sfuggente afflato epico, a rappresentare la vera anima della band.
Poco riusciti, d’altro canto, appaiono i pezzi in cui ci si avventura su lidi meno sontuosi e più ritmati (si veda in proposito Farewell and Goodbye, in cui il già citato singer sembra voler scimmiottare Jonathan Davis e Marilyn Manson, con esiti insoddisfacenti). Più in generale, l’album scorre via piacevolmente, pur senza far gridare al miracolo.

Del tutto evidente, alla luce delle considerazioni svolte, che non tutti i lettori di Metal.it sapranno apprezzare una proposta soft come quella dei Velvetcut, di fatto ben lontana da lidi anche solo vagamente riconducibili al nostro genere prediletto. Ciò detto, coloro i quali non disdegnano un ascolto più contemplativo di quando in quando, potranno trovare in Electric Tree una valida opzione.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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