Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:45 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WITCHFINDER GENERAL
  2. MAN AND MACHINE
  3. THE RETURN
  4. LIONHEART
  5. BEYOND THE GRAVE
  6. JUSTICE
  7. TO LIVE BY THE SWORD
  8. JACK TARS
  9. ENGLISH MAN'O'WAR
  10. SEARCHING FOR ATLANTIS
  11. FLYING ON THE EDGE

Line up

  • Biff Byford: vocals
  • Paul Quinn: guitar
  • Doug Scarratt: guitar
  • Nibbs Carter: bass
  • Jorg Michael: drums

Voto medio utenti

Non è mai facile valutare obbiettivamente e con lucidità il lavoro di una formazione che è stata all'altezza di lasciare un'impronta, più o meno marcata, nella storia dell'heavy metal, cosa che ai Saxon è certamente riuscita. Si rischia ad ogni istante di farsi trascinare dall'onda dei ricordi e dal giustificato affetto che si prova per veterani sopravvissuti ad ogni intemperia, finendo disposti sin troppo bonariamente. Viceversa può nascere una sorta di rancore verso giorni che non potranno più tornare, verso entusiasmi ormai sopiti e musicisti che hanno raggiunto il loro apice in un'epoca ormai lontana, quindi risultare inopportunamente critici.
Cercando un equilibrio tra i due atteggiamenti estremi, diciamo subito che i Saxon di oggi sono lontani parenti di quelli che hanno scritto le memorabili pagine di "Wheels of steel" e "Strong arm of the law", ciò è ovvio alla luce degli oltre due decenni che ci separano da quei grandi albums, più seminali di quel che molti ritengono. Adesso Biff e compagni, così come Maiden, Motorhead, Judas e tanti altri guerrieri carichi di gloria, restano dei maturi professionisti che portano avanti degnamente la propria carriera, cercando di onorare l'impegno preso con i fans senza speculare su capolavori passati ormai agli annali storici.
Data la premessa, come si presenta dunque il nuovo "Lionheart"? Un buon album di metal classico, solido come una roccia, molto più germanico che britannico, nel senso che i Saxon attuali hanno più da spartire con il sound squadrato degli Accept o dei Running Wild piuttosto che con la grezza irruenza della NWOBHM, da tempo lasciata alle spalle pur se non certo rinnegata. D'altronde Biff stesso giudica l'ultimo disco come il più potente mai realizzato dalla band, ed i brani granitici infatti abbondano cominciando proprio dall'opener "Witchfinder general", che perfino a livello vocale mi fa pensare ad un "Restless and wild" ed affini.
Certamente brillante la prestazione dell'esperto vocalist, il quale rispolvera per l'occasione energia e grinta quasi giovanili lanciandosi in frequenti toni acuti piuttosto spericolati, venendone fuori comunque in maniera egregia. Indiscutibile che il suo carisma, sia in studio che nella presenza fisica sul palco, è la costante di collegamento con il passato che ha resistito meglio al trascorrere del tempo. Ciò che cambia è invece l'uomo alla batteria, salutato in amicizia Fritz Randow l'ingresso dell'ex-Stratovarius Jorg Michael è un'altra piccola spinta in direzione di un suono centro-europeo.
Ciò che ho maggiormente apprezzato del disco è il fatto che i Saxon non si sono limitati a sfornare brani dirompenti e tellurici come "Man and machine" o "To live by the sword", ferrei ed implacabili ma un po'lontani dal solito timbro personale, rivestiti di sonorità moderne che puntano evidentemente ad attirare frange di fans più giovani avvezze ad un metal arcigno e prettamente fisico, ma è stato concesso anche spazio a quel pizzico di nostalgia che alberga nei cuori dell'audience attempata. Riappare il brivido epico ed eroico, risuona il clangore della battaglia nella splendida title-track, lanciata sui binari dell'eterna "Crusader", ed è vitale anche l'inconfondibile alchimia Saxoniana di rudezza bellicosa e melodia virile che dona un sapore antico alla cupa "Beyond the grave" ma soprattutto alle rocciose "English man'o'war" e "Flying on the edge", specie quest'ultima molto vicina a certe cadenze hard'n'heavy caratteristiche dei primi lavori della band.
Fa dunque piacere constatare che i Saxon sono tutt'ora un gruppo vero, a tratti perfino troppo attuale, e non dei dinosauri obbligati a timbrare il cartellino annuale con produzioni senza nerbo. "Lionheart" com'è logico non aggiunge e non toglie nulla alla carriera di questa formazione, ma ha il pregio di mostrarcela in ottima forma, ed è già una gran cosa.
Lionheart

Lionheart is the sixteenth studio album by heavy metal band Saxon released in 2004.

il ritorno dei leoni inglesi

con questo disco i Saxon sembrano davvero rivivere una seconda giovinezza, ottima produzione, Biff Byford alla voce in stato di grazia, stupenda copertina, e soprattutto canzoni davvero ispirate e ben costruite. Su tutte "Englishman o war", "Man and machine" e "To live by the sword"

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