Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:70 min.
Etichetta:Self-released/independent

Tracklist

  1. THE AUGUR
  2. BURDENED
  3. APPARITIONS
  4. SLAVE WITHIN
  5. HEATHEN VERSES
  6. SAINT CONDEMNED
  7. CIRCLES WITHOUT DIVISION
  8. THROAT OF WINTE
  9. WINTERTIDE
  10. EQUA MORTUORUM
  11. UNDER HOOF AND GAVEL
  12. THE FULCRUM

Line up

  • Chris Thompson: Vocals, guitars (rhythm)
  • Rob Bradley: Lead guitars
  • Kedar Hiremath: Bass
  • Chris "Ambrose" Burnsides: Drums, Percussion

Voto medio utenti

Empty your mind, be formless, shapeless, like water. Now, you put water into a cup, it becomes the cup, you put water into a bottle, it becomes the bottle, you put it in a teapot, it becomes the teapot. Now, water can flow or it can crash! Be water, my friend.
Bruce Lee

"Transcension"..."my cup of tea"
...concediamoci una pausa
Ho riletto "sleepers awake" di John Ashbery e per un attimo ho temuto di conciliare l'Ulisse con la metamorfosi, Joyce con la bora, la margherita Y con Dulcinea del Toboso. Occhio alla mente: come si può distogliere lo sguardo da sè per rivolgerlo a "The Augur" e a i suoi tumulti?

L'aforisma, la poesia di Ashbery e il santo capolavoro BWV 140 di J.S. Bach contribuiscono a forgiare gli umori per avvicinarci a questo maestoso concept album

Scettici segretari aspiranti custodi della Realtà non è La dualità a premere sulla Pia Madre ma la paura: possiamo tacciare i simpatici quattro di Colombus di abbindolare navigati metallari con echi di
Black sabbath, Tool, Kyuss, Opeth, Mastodon, Bush, Pain Of salvation, Iced earth, Jag panzer, Ceterum, Howl, My Sleeping Karma, Soen, While Heaven Wept, Psycothic walts, East Of The Wall, The mayan factor, etc
oppure possiamo riconoscer loro un sano sincretico entusiasmo.

Strumenti e linee vocali si sposano con grazia e maestria e l'accorata genuinità che trasale da ogni canzone aumenta lo stupore. Gli ascoltatori più insolenti potranno incontrare la micidiale noia affacciarsi nei loro riflessi sensoriali: invito a muoversi oltre.

Inoltre è un caso democratico quasi isolato di album che può avvicinare allo stesso bar fans degli Isis con mistici di Vintersorg, cultori dei Bokor coi primi seguaci dei Motorpsycho, anime smarrite negli orridi nebbiosi dei Candlemass con invecchiabili danzatori del "Vento del Falco"; viandanti del Gobi con aficionados del dunajam e tutti quanti con Gregory Bateson.

Rimandiamo ludiche linotipie ad altri lidi. Siamo qui per testimoniare passione e sublimazione, tradizione e vulnerabilià, abbandono e sacrificio (cosmico), stordimento e estasi, imperfezione-E-umanità.
Siamo qui per perderci nella sostanza aldilà delle forme.
Recensione a cura di Marco Pastagakio Regoli

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