Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Buil2Kill Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PRELUDIO
  2. AGONíA
  3. LA PERDICIóN
  4. HIPOCRESíA
  5. HUMANOS
  6. LáGRIMAS DE ARENA
  7. LA úLTIMA CENA
  8. ABRE TU MENTE
  9. AHOGADO EN MI ADICCIóN
  10. DOCTRINA ODIADA

Line up

Non disponibile

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Spagnoli di Saragoza, i Phobos Preacher sono il risultato della fusione di due precedenti gruppi e arrivano a noi con il loro debutto "Humanos", uscito per Buil2kill Records, proponendo un death-thrash cantato in lingua madre.

Sono sempre stato favorevole all'inserimento di parte dell'identità della propria terra nella musica, non importa se nelle melodie, nella scelta della lingua o nei temi trattati nelle liriche, è un qualcosa che caratterizza la proposta e la rende "tua". Mi sono quindi approcciato con molto piacere alla proposta degli iberici.
Delusione.

Il quintetto ci propone un thrash metal molto semplicistico venato a volte di punk, sprazzi di groove alla Pantera e tempi sostenuti alla Sepultura che detto così può anche sembrare interessante ma purtroppo il risultato è tanta noia. Il buon growl che sfodera Dany Carmona è "esagerato" se confrontato con la semplicità della musica che sta sotto, fatta spesso di prevedibili accordi in classico thrash metal style, qualche break, mid tempo da pogo e successive accelerazioni, tutte così.

Dopo una marcia introduttiva con tamburi e trombe i Phobos Pracher danno sfogo alla loro rabbia proponendo il mix sonoro sopra descritto e le uniche canzoni che un po' coinvolgono le troviamo nella parte centrale ovvero Hipocresia, Humanos (la title track), Lagrimas de arena e la conclusiva Doctrina Odiada. Sia chiaro, niente per cui strapparsi i capelli, ma questi pezzi per convinzione e soluzioni adottate risultano staccarsi parzialmente dagli altri.
Oltre alla monotonia del cantato, altra cosa da evidenziare sono gli assoli, non però per la bravura con cui sono stati eseguiti, ma perché sembrano quasi sempre incollati su una canzone senza un reale scopo, non ne seguono la melodia, sono sporchi e mixati troppo alti.

Non mi diverto assolutamente a criticare in modo negativo l'operato di un gruppo, a maggior ragione se al debutto, ma davvero, non ci si può esaltare per proposte del genere.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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