Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:46 min.
Etichetta:AFM
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE AWAKENING
  2. DEPARTURE
  3. I WILL RETURN
  4. BIRTH OF THE STARCHILD
  5. BRINGER OF LIGHT
  6. ASCENSION
  7. ...AND DEATH SAID LIVE
  8. DESTROYER OF ALL
  9. WHAT THE FUTURE HOLDS?
  10. THE MEADOWS OF ASPHODEL
  11. DEAD WINDS OF HOPE

Line up

  • Ville Viljanen: vocals
  • Mikko Sipola: drums
  • Teemu Heinola: bass
  • Andhe Chandler: guitars
  • Andy Gillion: guitars

Voto medio utenti

Se mi avessero detto che i Mors Principium Est fossero ancora "alive & kickin" avrei scommesso la casa sul contrario...e l'avrei persa.

Effettivamente la band però è assente dalle scene da più di 6 anni, bisogna infatti risalire al lontano 2007 con lo scialbo "Liberation=Termination", uscito per la francese Listenable, una label che ormai sembra davvero lontana parente di quella che taaaaaaaanti anni fa lanciò band come i Soilwork.

E vi dirò la verità... non è che la mancanza di questo quintetto finnico sia stata avvertita in questi anni, la verità è che il death metal assai melodico dei nostri, in pienissima scuola In Flames/Soilwork e derivati vari, non ha mai posseduto quella scintilla in più per farlo decollare, rimanendo sempre in una sorta di "vorrei ma non posso", nonostante l'altissimo tasso tecnico sempre sciorinato da questi ragazzoni.

Eppure nonostante ciò è nientedimeno che la AFM a rimetterli in pista, ed i Mors Principium Est presentano una nuovissima coppia di chitarristi, che in ogni caso non hanno avuto la funzione di eliminare del tutto le tracce di elettronica e sintetizzatori che man mano erano andati a contaminare il loro extreme metal sebbene in questo album ce ne sia abbondantemente meno che in passato.
Il risultato è questo "...and Death Said Live", un disco godibile, ottimamente suonato, ma privo nuovamente di uno spunto particolare, nonostante le buone melodie e gli assoli al fulmicotone, quasi alla Tolkki oseremmo dire vista la portata neoclassica degli stessi; per essere onesti però è da dire che un disco come questo è di gran lunga superiore alle ultime 3 porcate propinateci da un gruppo illustre come i Children of Bodom (escluso il nuovo "Halo of Blood") e beatificati da una stampa asservita e da fan ciechi più di Alexi Laiho quando ha deciso di sposare Kimberly Goss.

Ne viene fuori un disco carino, ascoltabile, ma nulla più. Diciamo che un estimatore di questo tipo di death metal ultramelodico potrebbe comprarlo a nice-price (ascoltate "Bringer of Light", il brano migliore per capire se fa per voi), massimo massimo 10 euro, di più no perchè la longevità rischia di essere davvero minima, come i miliardi di gruppi degli ultimi 15 anni che hanno inseguito questo filone, ormai esauritosi da tempo immemore.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 ott 2020 alle 17:36

secondo me questo è un discone Graz. E la traccia migliore (songwriting incluso) è "Departure". il tutto ovviamente IMHO.

Inserito il 27 mag 2013 alle 23:48

ahahahah, sì forse hai ragione :D

Inserito il 27 mag 2013 alle 20:02

Ubriaco marcio Graz, non cieco :)

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