Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:54 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. HUMAN ET
  2. HOLY CLUTCH
  3. ANGRY CHILD
  4. MR X (WAS RIGHT)
  5. ROPE
  6. SIAMESE AGAIN
  7. CROWDED HALLWAY
  8. WARNING ZONE
  9. THE FIRST MAN
  10. DEATH HEAD COLORS
  11. SWALLOWING THE MONSTER
  12. FLOWER EYE TREE

Line up

  • Steve: Vocals
  • Laurent M: Guitars
  • Antoine: Guitars
  • Jerome: Bass
  • Stephan: Drums

Voto medio utenti

"Cioè noi siamo tipo i Katatonia e i TooL, però assomigliamo un po' anche agli A Perfect Circle."
Insomma, un discreto modo di presentarsi quello degli svizzeri This Misery Garden, che per descrivere la loro musica azzardano paragoni con veri maestri dei generi dei quali portano la bandiera. Ok, forse non hanno usato proprio il tono che ho riportato io, ma quello è un dettaglio.

Se però un'etichetta sempre molto attenta quale la Season of Mist decide di metterli sotto contratto, dopo il buon esordio "Another Great Day on Earth" di ormai 4 anni fa, un motivo ci deve pur essere. E c'è.
Si perchè gli svizzerotti ci sanno decisamente fare e il genere da loro proposto è qualcosa di veramente intrigante e ispirato (in tutti i sensi), che prende a piene mani dai gruppi sopracitati ma aggiunge una dose consistente di post-grunge alla Staind o alla Disturbed, portando il mix al limite dell'unicità.
E' importante anche sottolineare la capacità del gruppo di "entrare" nella testa e nel cuore dell'ascoltatore, dato che ogni canzone di "Cornerstone" si porta appresso una quantità di sentimento non da poco, sintomo di un'abilità nel songwriting non indifferente, nonostante la giovane età della formazione elvetica. E se a questa abilità aggiungiamo il coraggio da parte dei 5 musicisti di osare, facendo fuoriuscire in questo il lato più prog della band, allora il gran disco è presto fatto.
A livello puramente tecnico non siamo certo di fronte a dei fenomeni, TooL e Katatonia in questo sono nettamente di un altro livello, ma la capacità dei This Misery Garden di trasmettere emozioni riesce a trascendere l'abilità tecnica e ci lascia in dote il "semplice" piacere dell'ascolto, cosa assolutamente non da poco.

"Cornerstone" si rivela quindi un album decisamente interessante, che pur non assestandosi sui livelli dell'eccellenza riesce comunque a catturare quell'ascoltatore più attento alle emozioni che alla tecnica. Un ascolto lo meritano di certo, se poi vorrete concedergliene anche più d'uno beh..dipende solo dal vostro cuore.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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