Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:44 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. ULVSGÄLD
  2. SIGURD RING
  3. NAGELFAR
  4. DIS
  5. DEN SKIMRANDE
  6. JORDENS SMYCKE
  7. FJÄRRSKÅDAREN
  8. VINDARNAS FAMN
  9. HÄXFÄRD
  10. ULVSGÄLD (BONUS TRACK REHEARSAL)

Line up

  • Patrik Rimmerfors: Vocals, Bouzouki, Swedish bagpipe, Jew's harp, Hurdy-gurdie, Cow antler, Recorder, Willow-pipe
  • Niklas Rimmerfors: Moraharpa (keyed fiddler), Vocals
  • Lennart Specht: Keyboards
  • Thomas Antonsson: Bass
  • Esko Salow: Drums

Voto medio utenti

I Fejd, nome che in svedese vuol dire "feudo", suonano folk.
Non folk-metal, così in voga nel nord Europa, ma proprio folk.
Se dunque non siete di ampie vedute, potete smettere di leggere dato che "Nagelfar", quarto lavoro del gruppo, difficilmente potrà destare il vostro interesse. Se, al contrario, amate proposte lontane dai generi di solito proposti su queste pagine potete tranquillamente proseguire.
Il suono di questo album è adatto, come atmosfera, ad un festa di paese nella quale la gente, raccolta intorno alla brace che arde, si racconta le proprie storie e beve della buona birra magari guardando alle grazie di dolci signorine che ballano nei pressi.
Proprio quella del ballo è la voglia che emerge ascoltando "Nagelfar" un album, tuttavia, che non è solare permeato, com'è, da una vena malinconica alla quale contribuiscono melodie che, se da un lato sono trascinanti, dall'altro, di contro, riescono ad essere profonde e delicate svelando una capacità, non troppo nascosta, di saper emozionare.

I Fejd fanno largo uso di strumenti "particolari", sia a corda che a fiato, e poggiano la loro musica su una sezione ritmica incalzante e movimentata che fornisce un "impatto" notevole e invita, come vi dicevo, a muovere il corpo e a perdersi nell'euforia di danze spensierate.
Va detto che alla lunga l'album risulta essere un po' troppo omogeneo, ma diverse intuizioni melodiche sono di spessore e l'intreccio tra moderno ed antico, costantemente messo in pratica nei brani, dannatamente efficace.
Alla buona riuscita del disco contribuisce, poi, l'uso indovinato delle voci che, coinvolgenti, recitano testi in lingua madre, credo, dando un ulteriore tocco di particolarità ad un album già molto sui generis.

In conclusione vi consiglio di dare un ascolto a questo "Nagelfar" perchè la musica, quando è fatta bene come in questo caso, prescinde da ogni genere.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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