Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:43 min.
Etichetta:Lion Music

Tracklist

  1. DEUS EX MACHINA
  2. FOREVER'S EDGE
  3. LABYRINTH OF MIRRORS
  4. LAS LAGRIMAS DEL DIABLO
  5. RITES OF PASSAGE
  6. ECHOES OF THE SOUL
  7. LAWS OF MOTION
  8. THE FALLEN OPERA

Line up

  • Kevin Deplanche: drums
  • Joe McGurk: guitars
  • Ludovic Desa: vocals
  • David Deplanche: bass

Voto medio utenti

La Lion Music non delude mai. O meglio, quasi mai, ma sicuramente quello degli Opposing Motion non è un caso negativo, tutt'altro.
Nati nel 2005 in Inghilterra dalla mente di Kevin Deplanche, batterista dei francesi High Sphere e del chitarrista inglese Joe McGurk, gli Opposing Motion raggiungono la stabilità a livello di line-up nel 2011, con gli innesti di due ex compagni di Deplanche, il fratello David al basso e Ludovic Desa al microfono.

Arriviamo così nel 2013 e finalmente il primo full length del combo franco-inglese viene alla luce e prende il nome di "Laws of Motion".
La presentazione è ottima, con una bellissima copertina altamente evocativa in cui la scelta dei colori è davvero azzeccatissima. E si parte col piede giusto anche dal punto di vista musicale, dato che dopo la piacevole intro strumentale "Deus Ex Machina" troviamo quella che fino alla fine rimarrà la canzone migliore dell'album, "Forever's Edge", saggia mistura di melodia e tecnica strumentale in salsa prog.
Ed è proprio questa oculata gestione dell'esaltazione tecnica il punto forte di questo album, che si dimostra mai troppo spinto in una direzione o nell'altra, presentando un mix di brani tecnicamente più complessi, quale ad esempio la centrale "Rites of Passage", altri decisamente più tranquilli e posati, quali la ballad "Las Lagrimas del Diablo" o la title-track, ed altri ancora che spingono più sull'acceleratore, come "Echoes of the Soul".
Il tutto con una strizzatina d'occhio al prog anni '70-'80, soprattutto nel particolare suono delle tastiere. Anche la produzione richiama molto il passato, in particolare la voce di Ludovic Desa spesso sembra estratta direttamente da una qualche musicassetta di una trentina di anni fa.

Insomma un debut album solido e completo, che può fare la felicità di diverse tipologie di ascoltatori. Base prog decisamente spiccata, ma le sfumature che presenta "Laws of Motion" sono sicuramente da non sottovalutare.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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