Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:54 min.
Etichetta:Sacramento
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. CRYING
  2. LETTING GO
  3. GIVE ME A REASON
  4. SECOND CHANCE (A NEW BEGINNING)
  5. I KNOW WHO YOU ARE
  6. THE VOICE OF LOVE
  7. GIVE ‘EM WHAT THEY WANT
  8. WHO KNOWS
  9. DANCING
  10. DID YOU KNOW
  11. THE LAST DANCE (EL GITANO VIEJO)

Line up

  • Tommy Lopez: drums
  • John Smithson: bass
  • Ovidio Lopez: guitar
  • Angel Diaz: percussion
  • Victor Carratala: backing vocals
  • Angie Rojas: backing vocals
  • Dani Saiz: backing vocals
  • Javier De Marco: 7-string guitar
  • Ken Hensley: hammond organ, synthesizer, vocals and all other guitars

Voto medio utenti

Non so se riuscirò ad essere obiettivo nel descrivere questo “The last dance” … Perché?
Perché ritengo Ken Hensley un artista (definizione in questo caso assolutamente non gratuita), veramente geniale e gli Uriah Heep, la band con la quale ha saputo regalare dischi memorabili, uno dei gruppi più importanti e seminali dell’intera storia dell’hard rock inglese.
E pensare che ho scoperto la grandezza degli Uriah Heep abbastanza tardi, abbagliato com’ero dalla magnificenza della “sacra trimurti” dell’hard rock britannico - Deep Purple / Black Sabbath / Led Zeppelin - che mi avevano fatto considerare la band che deve il suo nome al cattivo di "David Copperfield" di Charles Dickens, solo come una ... buona formazione.
La folgorazione avvenne con un disco, “Abominog”, nel quale Ken non era nemmeno più parte del gruppo, a dimostrazione del fatto che il team albionico, anche senza il suo talento straordinario, avvalendosi sempre di musicisti con spiccata personalità, è riuscito, fino ai giorni nostri, a mantenere un livello qualitativo molto elevato, con rarissime cadute di tono.
Da quel momento in poi fu fantastico scoprire a ritroso tutti quei capolavori dei quali il nostro è stato viceversa uno dei principali artefici e che si chiamano, “Very ‘eavy, very ‘umble”, “Salisbury”, “Look at yourself”, “Demons and wizards”, “The magician birthday”, “Return to fantasy” (tanto per citare qualche nome), gemme d’inestimabile valore assolutamente imperdibili, che suggerisco di (ri)scoprire, a tutti quelli che ancora non l’hanno fatto.
I gloriosi tempi con gli Heep’s, sono ormai passati, (anche se qualche tempo fa Mr. Hensley ha ripristinato i legami con la band, sia collaborando con John Lawton, uno dei grandi singer che si sono avvicendati al microfono del gruppo, sia partecipando, con i vecchi compagni, ad una serie di iniziative -live show e pubblicazione di uno splendido disco intitolato “The Magician’s birthday party”- per la celebrazione del trentennale della loro carriera) ed in effetti i punti di contatto tra quelle esperienze e questo nuovo lavoro solista sono realmente minimi e riscontrabili (forse anche solo inconsciamente) a livello d’atmosfera, in qualche coro o in taluni interventi del suo magico hammond.
I suoni, in questo caso, più che verso l’hard rock sono orientati al rock in senso più generale, se non talvolta al pop, evidenziando qualche riferimento blues, con Hensley che si cimenta anche alla chitarra acustica, alla slide guitar e alla dobro.
Il fervore creativo non sarà più quello dei tempi d’oro, ma l'anima blues di “Crying”, il magnifico hammond sound di “Give ‘em what they want”, l’intensità emotiva della ballata acustica “Who knows” e soprattutto la melodia arcana e commovente di “Letting go”e il delicato impasto sonoro d’ispirazione prog di “The last dance”, che si dipana in tre movimenti, estrinsecando tutte le straordinarie capacità compositive del musicista inglese, risultano essere le vette espressive di un disco in cui si segnalano anche la rockeggiante “The voice of love” e l’energico up-tempo di “Dancing”.
Gli altri brani del disco sono contraddistinti da melodie forse un po’ troppo easy listening e soffici, comunque risolte con la consueta classe.
I musicisti che accompagnano Hensley in questa nuova avventura sono tutti ottimi professionisti e offrono un equilibrato supporto al risultato finale.
Questo lavoro è un disco schietto, che non vuole e non deve essere confrontato con il passato, intriso di spiritualità e sentimento e che, proprio come la vita, alterna momenti di malinconia ad altri di serenità, per un artista che giunto alla sua 43° incisione discografica non ha più nulla da dimostrare e vuole solo condividere con il mondo la sua passione ... fare buona musica!
The last dance? We hope no Ken!

P.S. A proposito dei vocalist che hanno impreziosito i dischi degli Uriah Heep, consentitemi una piccola divagazione, per segnalarvi il solo album di un altro ex loro cantante, John Sloman, noto per aver partecipato a uno dei dischi più controversi della storia della band, quel “Conquest” dell’80 che indusse Hensley ad abbandonare, non soddisfatto dei risultati ... ebbene “Dark Matter” uscito recentemente su Majestic Rock è un’operina veramente notevole!
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.