Scoprire che a dare vita ai
Blacklands è stato il batterista Thomas Kelleners, che aveva fatto parte sia dei Lucifer’s Heritage (che successivamente si evolveranno nei Blind Guardian) sia degli Heavenward, non mi aveva certo preparato a far fronte alla proposta musicale che ho poi scoperto sul loro album d'esordio intitolato "A New Dawn".
Nessuna tentazione Power e tantomeno delle pulsazioni Heavy, quanto un Progressive decisamente più Rock che Metal non troppo distante da certe cose dei Marillion o degli Yes, che viene ulteriormente
addolcito dalla presenza di una cantante, Moja Nardelli, autrice di una prova più che discreta e che accentua i connotati melodici dell'album.
Nulla di male, dato che i Blacklands sembrano ben incanalati lungo queste sonorità, tanto da non scomporsi neanche sui brani dove ad affiancare la loro Moja Nardelli accolgono un paio di vocalist dall'evidente estrazione Heavy Metal, come Giles Lavery (degli australiani Dragonsclaw) e Lennie Rizzo (dei più noti Exxplorer), rispettivamente sulla titletrack e su "Power Play", quest'ultimo un pezzo che si piazza a metà strada tra Dream Theater e Pink Floyd, sforando i quindici minuti di durata e dove alla chitarra viene ospitato anche Terry Gorle (direttamente dagli Heir Apparent).
Ad ogni modo
con o senza ospiti, "A New Dawn" resta un lavoro che punta tutto sulle atmosfere, intricate, rarefatte e spesso sognanti, nell'occasione ben sottolineate e stimolate dall'operato di Manfred Reinecke, vero asso nella manica dei Blacklands. Tenetene conto nel caso - consigliato - vogliate dare loro una possibilità.
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