Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:41 min.

Tracklist

  1. INTRO
  2. SERIAL KILLER
  3. IL VERO E IL FALSO
  4. UN ALTRO INUTILE GIORNO
  5. CADUTA LIBERA
  6. LA CONFESSIONE
  7. NESSUN RISPETTO
  8. PENSAVO SOLO A ME
  9. SENZA DI TE
  10. CADUTA LIBERA (ACOUSTIC)

Line up

  • Simone Gualerzi: vocals
  • Simone Isolani: guitar, backing vocals
  • Michele Bertelli: guitar
  • Filippo Mattioli: bass, backing vocals
  • Jacopo Mutti: drums

Voto medio utenti

Gli Anima Super Astra (bel monicker, tra l’altro …) sono al primo full-length e suonano un alternative-rock piuttosto pesante, a cui aggiungono un gradevole tocco psichedelico.
Nella loro musica è, dunque, piuttosto agevole individuare l’influenza del grunge e rilevare la presenza di bagliori stoner, così come è anche probabile che ai nostri non sia del tutto “sconosciuta” la storia del prog italico, evidenziando una certa affinità con gruppi come Karma, Ossessione, Drunkers e Ritmo Tribale, tanto per rimanere in Italia e scegliere tra i propugnatori della madrelingua.
Con il verosimile contributo (accessorio) delle tendenze più recenti del settore di competenza, ecco che il contenuto del loro disco eponimo si offre ai rockofili più attenti alle pulsioni dell’underground con le sembianze di un ibrido piuttosto stimolante, sicuramente ancora piuttosto “grezzo” (e non mi riferisco solo alla registrazione, non so quanto volutamente scabra e cupa, sebbene discretamente efficace …), eppure degno di attenzione, per come dimostra di possedere i mezzi necessari per rendersi appetibile anche agli “occhi” dei più smaliziati sostenitori del genere.
Un certo “carattere” nella pasta compositiva è, infatti, abbastanza evidente nelle pulsazioni (o)scure di “Serial killer”, nelle digressioni vitali di “Il vero e il falso” (egregia la costruzione corale …), nell’intensa “Un altro inutile giorno”, nella notevole “La confessione” e nella buona “Nessun rispetto”, e anche se la Pearl Jam-iana “Caduta libera” (presente anche in un trascurabile adattamento acustico) appare fin troppo subordinata e “Pensavo solo a me” e “Senza di te” manifestano qualche soverchio squilibrio, gli ASA certificano globalmente di saper trattare la materia con buongusto e vocazione.
Le premesse sono lodevoli, e per compiere il “balzo” definitivo, forse sarà sufficiente proseguire sulla strada intrapresa, lasciando che sia un naturale processo di “maturazione” a colmare le lacune e a rendere più consistente un quadro complessivo già intrigante, dotato di potenziali sbocchi creativi alquanto interessanti.
Ad maiora!
Recensione a cura di Marco Aimasso

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