Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:44 min.
Etichetta:My Graveyard Productions

Tracklist

  1. RUN AWAY
  2. SOMETIMES
  3. NOBODY
  4. TASTE ME
  5. BRING ME
  6. TIME HAS GONE
  7. FAITH
  8. SO FAR
  9. THE GAME
  10. SONG 41
  11. WHO YOU ARE
  12. THE LAST BLUES (ENHANCED MP3 BONUS TRACK)

Line up

  • Mauro "Seven" Maccarini: vocals
  • Andrea "Dr. Rock" Tinnirello: guitars
  • Manuel "Hellcat" Gatti: bass
  • Simone "Oldboy" Oldofredi: drums

Voto medio utenti

Hard rock e street metal s’intersecano ancora una volta nelle canzoni di “In your face”, terzo lavoro sulla lunga distanza dei Dogs'n'Bones, confermando sia il “buono” e sia le piccole riserve già espresse su queste stesse colonne ai tempi del precedente “Lost gone wild”.
L’impressione è che il gruppo bresciano si trovi sempre ad un “passo” da conquistare i miei sensi in maniera piena, ma che ci sia contemporaneamente anche qualche ricorrente intoppo ad ostacolare l’assoluta concretizzazione dell’operazione.
Come ho affermato in passato non sono un grandissimo estimatore della laringe di Mauro "Seven" Maccarini, pur non riconoscendole particolari deficienze, e inevitabilmente quest’aspetto finisce per influenzare minimamente il mio giudizio, tuttavia continuo ad attribuire alle discontinuità nel songwriting la maggiore responsabilità della mancata sublimazione dell’apprezzamento, che così rimane nell’ambito di una caotica fascia media, problematica soprattutto in questi tempi di congestione di uscite discografiche.
Troppi brani finiscono per sparire velocemente dalla memoria, vanificando l’ottimo sforzo esecutivo sviluppato dalla band lombarda, con in testa le chitarre sempre piuttosto ficcanti ed ispirate di Andrea "Dr. Rock" Tinnirello.
Sul “taccuino” delle menzioni d’onore, alla fine, rimangono solamente “Run away”, “Sometimes”, “Faith” e l’avvincente “Song 41”, “roba” effettivamente di livello superiore in fatto di forza espressiva e magnetismo melodico, mentre per il resto (escluso, però, il frustrato tentativo sentimentale “Time has gone” e la leziosa “So far”, in vago odore di punk melodico …) si può tranquillamente parlare di una forma astratta di gradevolezza, priva di autentici sussulti.
L’auspicato salto di qualità compositivo non c’è stato, e ciò è ineluttabile fonte di delusione, solo in parte mitigata dalla ratifica della consistenza complessiva del gruppo … attendo con incrollabile fiducia ancora un “guizzo” risolutivo, dunque, per quanto mi riguarda certamente alla portata dei Dogs'n'Bones …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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