Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:49 min.
Etichetta:Black Mark
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BURN FIRE BURN
  2. DREAMDEMONS
  3. THE FOUR STRINGS OF MOURNING
  4. UNDER THE CRESCENT
  5. BOOGIE BUBBLE
  6. TWILIGHT
  7. AS DAYLIGHT YIELDS
  8. SWEETWATER
  9. OTHERWHERES
  10. THE HOMECOMING
  11. SORCERERS

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Sembra proprio che la Black Mark faccia le proprie uscite con il contagocce. Detto questo, ecco il primo volume di due che fotografa una parte della carriera dei Lake Of Tears, band svedese decisamente troppo, troppo sottovalutata dai più. Album gemme come ‘Forever Autumn’ o ‘Headstones’ viaggiano ancora nel mio lettore cd, ma, onestamente, sento questa decisione di splittare il meglio di Daniel Brennare e soci come uno spreco di risorse e di energie. Purtroppo, il risultato è passare da un potenziale album da 10 (no, non sto scherzando) ad una più bassa sufficienza, sufficienza che traspare anche analizzando la composizione della track list di questo ‘Greatest Tears Vol.I’ che, se anche di livello intrinseco decisamente buono, non fotografa appieno la bellezza del sound del lago di lacrime, mancando in parte della poesia delle tristi melodie gialle di ‘Forever Autumn’, delle colorate ambientazioni gloomy di ‘A Crimson Cosmos’ o del mood roccioso di ‘Headstones’, facendo storcere il naso a chi, come al sottoscritto (e penso veramente anche a pochi altri) hanno sempre seguito - e spesso in maniera davvero esigente, lo ammetto – questi ragazzi svedesi. Per chi si avvicina solo ora ai Lake Of Tears, questo volume I va sicuramente integrato con il volume II, per avere una visione globale di una band che album dopo album, passando dal Doom per poi approdare al Gothic ed infine al post ’70, è riuscita a cambiare la propria pelle in maniera a volte brusca, ma sempre nella via più onesta e sentita possibile, fino ad arrivare agli ultimi due anni sabbatici in cui tutto sembrava aver una fine, prima che le lacrime tornassero a riempire il lago prosciugato. Non vedo l’ora di sentire il nuovo lavoro.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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