Odd Dimension - The Last Embrace to Humanity

Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:50 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. THE UNKNOWN KING
  2. UNDER MY CREED
  3. DISSOLVING INTO THE VOID
  4. IT'S SO LATE
  5. ANOTHER TIME
  6. FORTUNE AND PAIN
  7. THE NEW LINE OF TIMES
  8. FAR FROM DESIRE

Line up

  • Manuel Candiotto: vocals
  • Gianmaria Saddi: Guitars
  • Gabriele Ciaccia: Keyboards
  • Gigi Andreone: Bass
  • Federico Pennazzato: Drums

Voto medio utenti

Tacciatemi pure di eccessivo patriottismo, di eccessiva emotività..fatelo pure, non me ne frega proprio un cazzo. Ma non mi toglierete mai la grande gioia di ascoltare una band nostrana e rendermi conto di trovarmi davanti a un disco meraviglioso. Così è stato di recente per i Kingcrow, così è ora per gli Odd Dimension.

"The Last Embrace to Humanity", seconda fatica sulla lunga distanza per gli alessandrini, a 2 anni esatti di distanza dall'esordio "Symmetrical", è appunto un album meraviglioso, di quelli che ne escono 2 o 3 al massimo ogni anno.
E ve lo dico subito, così ci togliamo il pensiero e ve lo potete ascoltare in santa pace. E come per ogni album strepitoso che si rispetti, potrei anche piantarla qui di chiacchierare e indirizzarvi immediatamente al primo negozio di dischi che avete a portata di mano.
Ma voglio raccontarvi cosa troverete su questo disco: troverete una band che è cresciuta in maniera esponenziale, maturando in maniera palese a fronte di zero cambi di line-up, fattore che ha senza dubbio contribuito fortemente al successo di questo disco.
Ed è proprio una line-up qualitativamente eccellente ad essere la fortuna degli Odd Dimension: il vocalist Manuel Candiotto è uno dei migliori interpreti del suo "ruolo" in Italia, impressione ampiamente confermata anche dal vivo, e su questo disco sfodera una prestazione eccellente, più cattiva e incazzata del passata sulle orme dell'ultimo Russel Allen; il chitarrista e fondatore Gianmaria Saddi ha un gusto per la melodia eccellente e i suoi assoli risultano sempre tecnicamente ineccepibili e soprattutto ben amalgamati al resto del sound; il batterista Federico Pennazzato è semplicemente devastante dietro le pelli e risulta sempre più il vero motore degli alessandrini, confermandosi uno dei migliori batteristi a livello europeo, fattore peraltro emerso anche sull'ultimo disco dei Secret Sphere; sempre parlando di Secret Sphere, altro cuore pulsante degli Odd Dimension è il tastierista Gabriele Ciaccia, che non fa assolutamente rimpiangere il suo predecessore Antonio Agate, mostrando un'abilità e un gusto unici; per finire il bassista Gigi Andreone, che si dimostra ottimo interprete dello strumento, sia in appoggio alla sezione ritmica comandata da Pennazzato sia quando gli viene lasciata un po' più di libertà interpretativa, come nella bella e semi-conclusiva "The New Line of Time".
Passando proprio al discorso delle singole canzoni, fare una "classifica" delle più belle è davvero impresa quantomai ardua, dato che tutte le 8 tracce del disco risultano di livello eccellente, pur così diverse tra di loro per stile. Globalmente il disco risulta più "oscuro" del precedente lavoro della band, molto meno arioso e "prog" nel senso stretto del termine, più pesante e aggressivo sia dal punto di vista vocale sia da quello strumentale, com'è intuibile fin dall'attacco dell'opener "The Unknown King". Certo, non mancano gli arzigogoli tecnici presenti su "Symmetrical", come su "Under My Creed", così come non mancano momenti di calma, vedi la meravigliosa ballad "Another Time", ma globalmente le composizioni sono più lineari e più mature a livello di songwriting.
Da segnalare anche la presenza del "compagno" Michele Luppi, che con la sua voce eccelsa impreziosisce il disco su "It's so Late", canzone che strizza l'occhio addirittura a un lato più pop-rock.

Ok, sono ancora emozionato, nonostante sia tipo la ventesima volta che ascolto "The Last Embrace to Humanity". Che vuol dire? Vuol dire che pecco di eccessiva emotività, è vero. Vuol dire che sono troppo patriottico, assolutamente vero. Ma vuol dire anche che gli Odd Dimension hanno tirato fuori dal cilindro un disco splendido e sono riusciti a fare centro pieno per la seconda volta su due tentativi. Scusate se è poco.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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