Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:54 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. GRAVEYARD CITY
  2. TEARS IN THE RAIN
  3. HEART OF BABYLON
  4. CRY FOR LOVE
  5. ALISSA
  6. THE GHOST IN YOUR HEART
  7. BANE OF MY EXISTENCE
  8. MORE THAN ONE WAY HOME
  9. THE KILLER IN YOU
  10. THE SAINT AND THE SINNER
  11. VICTIM OF LOVE
  12. OPEN YOUR EYES

Line up

  • Alex Beyrodt: guitars
  • David Readman: vocals
  • Matt Sinner: bass
  • Marcus Kullmann: drums
  • Jimmy Kresic: keyboards

Voto medio utenti

La creatura di Alex Beyrodt, che si è attorniato di amici e musicisti fidati, arriva al terzo album, ribadendo che non si trattava di un parto estemporaneo del solito supergruppo, ma di una realtà destinata a durare.

Ed a sorprendere.

Infatti, su "More than One Way Home" ritroviamo quei vecchi e (chi più chi meno...) navigati compagni di viaggio, Mat Sinner, Jimmy Kresic, Markus Kullmann ed il cantante David Readman, che si sono calati alla perfezione nel percorso musicale intrapreso dai Voodoo Circle.

Il riff bello spesso e seventies di "Graveyard City" ci porta al cospetto della prima di una dozzina di canzoni che vedono i Voodoo Circle provare a rivaleggiare con Jorn Lande nel tentativo di ricreare un Hard Rock che abbia nel suo D.N.A. l'eredita dei migliori Whitesnake, Rainbow e Deep Purple.
E se ci riescono brillantemente, oltre al tocco esecutivo ed al buon gusto nel songwriting da parte di Alex Beyrodt, gran parte del merito va sicuramente a David Readman, davvero un ottimo cantante, come peraltro ha già ribadito con i Pink Cream 69.

I primi brani mantengono un passo piuttosto deciso e sostenuto, puntellati dalla sezione ritmica e con vocalizzi da paura ("Heart of Babylon"), per passare a toni più rilassanti con due brani ad alto tasso melodico quali "Cry for Love" e "Alissa", quest'ultima addirittura fin troppo zuccherosa[I].
Con "The Ghost in Your Heart" e "Bane Of My Existence" ci si sposta per un po' nel [I]cortile
dei Deep Purple, mentre poi nella titletrack, i Voodoo Circle giocano un po' troppo a fare i Whitesnake e lo stesso Readman finisce con l'immedesimarsi in David Coverdale.
L'album torna poi a vivacizzarsi con "The Killer in You" e "The Saint and the Sinner" (con un Beyrodt in grande spolvero), infine, dopo la melodica "Victim of Love", si chiude sulle note più ruvide di "Open Your Eyes".

Da registrare che la devozione nei confronti del Serpente Bianco deve averli contagiati anche al momento di scegliere i titoli delle canzoni, ed è sufficiente una veloce occhiata alle tracklist per rendersene conto.

E questo resta l'unico vero limite per una formazione che sprizza classe ed un enorme potenziale da tutti i pori.




I am
I hear
I see
I feel
I review
I think therefore I am ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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