Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:43 min.
Etichetta:Wormhole Death
Distribuzione:Aural Music

Tracklist

  1. PYRAMIDION
  2. ARTIFACT OF ANNIHILATION
  3. ILLUSIONS
  4. CULT OF THE MACHINES
  5. SHADOW'S FALLING
  6. LULLABY FOR THE MODERN AGE
  7. TERROR IN THE AIR
  8. NOMOS OF THE EARTH
  9. WOE OF THE SPIRALED DESIRE
  10. OCEAN OF TIME
  11. OBSIDIAN NIGHTFALL

Line up

  • Lucy: vocals
  • Simo:guitar/vocals
  • Veon: bass
  • Alessandro: guitar
  • Manuel: drums

Voto medio utenti

Aggressività, intensità sonora, varietà compositiva, buona produzione, sono solo alcuni degli elementi delle 11 tracce di questo “Artifact Of Annihilation”, secondo disco dei lombardi Mechanical God Creation, band che ha dietro al microfono una ragazza, tale Lucia Catananti, la quale si dilania le corde vocali per tirare fuori il growl più profondo che può.
La band le prova tutte per dare incisività al proprio suono, il quale, a dispetto dei sopracitati elementi, è piatto, ostinato com’è nel volere andare troppo veloce, nel volere infilare troppe note dappertutto, nel voler mitragliare di batteria qualsiasi cosa si muova a pelo d’erba, ma, al contempo, dimenticando un elemento seminale, fondamentale, del suonare estremo, ovvero il groove, quella parolina magica che vuol dire tutto e niente, che quando c’è ti fa godere e quando manca se ne avverte l’esigenza. Quando c’è groove la musica ti rimbalza tra lo stomaco e la gola.
È chiaro che non sto dicendo che questo sia un disco brutto o mal suonato, tutt’altro, e vi basti ascoltare, una a caso, “Cult Of The Machines”, per rendervene conto, tuttavia alcuni difetti, almeno quelli che a me paiono tali, inficiano questo disco. Non da ultimo avere una cantante donna.
Non voglio tornare su discorsi che ho già affrontato in passato in altre rece riguardanti band con vocalist femminili, tuttavia mi chiedo quale sia l’esigenza di utilizzare una donna per tirare growl tipicamente maschili. Sarà che ascolto death metal da sempre, ma io la differenza la sento, e da maschio sciovinista bastardo ci voglio un paio di palle dietro il microfono di una band death metal, le donne vanno bene al basso o alle tastiere.
Questo è un disco che vorrebbe essere apocalittico ma che sovente riesce ad essere solamente caotico, e sebbene il caos sia il preludio all’apocalisse, beh, ci spiace, ma qui di apocalissi non se ne sono viste, e attendere invano per ben 43 minuti è decisamente troppo.
Sono sicuro che molti di voi apprezzeranno questo disco, soprattutto gli amanti del death metal tecnico. A me semplicemente non è piaciuto.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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