Copertina 9

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:53 min.
Etichetta:Grau Records

Tracklist

  1. SOLE PASSENGER
  2. THE MAMMOTH
  3. A PORTRAYAL
  4. AURELIA
  5. WAVES

Line up

  • Marius Strand: Vocals, All instruments

Voto medio utenti

Se inquadrato nella giusta prospettiva, "Amends" ha rischiato di diventare il "Chinese Democracy" del metal estremo: sei anni di attesa, uscita dell'album più volte rimandata, nubi che, dense, si stagliavano nel cielo preannunciando la fine di un progetto straordinario come quello dei The Fall of Every Season che con l'esordio "From Below" del 2007 aveva sconvolto il mondo del funeral doom con un disco tanto bello da essere quasi irreale.

Sei anni, dicevo.
Sei anni in cui Marius Strand, membro unico del gruppo, è certamente cambiato come uomo e di conseguenza come musicista.
Sei anni in cui, tuttavia, la magia è rimasta inalterata.

All'inizio ero rimasto deluso. Lo ammetto.
"Amends" mi sembrava si un buon disco, ma troppo debitore dell'insegnamento di Anathema e, soprattutto, Opeth e non in grado di competere con il suo illustre predecessore.
Probabilmente mi aspettavo troppo.
Poi, pian piano, ascoltando la musica al buio, da solo, qualcosa è cambiato. Le lunghissime composizioni di questo ragazzo norvegese hanno iniziato il loro progressivo "lavoro" sui sentimenti. La continua alternanza tra dolcezza, melodia, atmosfere carezzevoli, esaltate da un cantato pulito tanto emozionante quanto triste, e la brutalità del possente e rabbioso growl fusa con la pesantezza del doom più nero, ha finito per catturare la mia anima.
"Amends" è un album profondissimo.
Un album che fa del sentimento la sua forza più grande, più dirompente.
I cinque brani di questa perla oscura (cinque come l'esordio) emozionano ad ogni ascolto, svelando ogni volta una sfumatura diversa, un colore più o meno tenue che altro non è se non il riflesso della nostra anima. Una anima che soffre e si lamenta.
The Fall of Every Season da voce proprio al nostro dolore, da voce alla nostra tristezza, alla nostra disperazione e lo fa senza rassegnazione perchè "Aurelia", meraviglioso spaccato di un mondo dolce e violento, o "Sole Passenger", irruenta e straziante, e tutti gli altri brani non piegano la testa di fronte all'ineluttabile, ma si ergono, fieri, sebbene avvolti nella nebbia più oscura, contro dolore.
Si ribellano con la forza devastante del death metal e poi ripiegano su se stessi con la dolcezza degli strumenti acustici, suonati con un gusto fuori dal comune, fino ad abbracciarti stretto come una dolce compagna che ti ama.

"Amends" è emozione allo stato puro.
Soli, di fronte alla maestosità del mare, alziamo lo sguardo al cielo mentre le lacrime solcano il nostro volto: The Fall of Every Season ci darà la colonna sonora ideale per i pensieri che avremo in quel momento perchè accompagnerà la nostra tristezza e, paradossalmente, la renderà più dolce.
Non so se le mie parole possono darvi la dimensione o l'idea di un album come questo e non so nemmeno se siamo di fronte ad un lavoro migliore di "From Below".
So solo che le mie lacrime sono state meno amare mentre lo sciabordare del mare, melodioso, dava addio al giorno.
Meraviglioso.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 feb 2013 alle 11:58

Siamo ancora troppo pochi ad ascoltare questo meraviglioso progetto. Bella recensione.

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