Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2002
Durata:42 min.
Etichetta:Mighty Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. 911 – AS THE WAR RAGED
  2. MY BITTER OVERSTRAIN
  3. TUNES OF DESPONDENCY
  4. A TATRASTREAM ROMANCE
  5. TATYANA
  6. MY WEAKNESS
  7. CONFINED
  8. THE ENDLESS CACOPHONY
  9. FLY AWAY

Line up

  • Juraj Grezdo: vocals, keyboards
  • Nela Horvathova: vocals
  • Juraj Schlosser: guitar
  • Peter Bartakovic: bass
  • Peter Schlosser: drums

Voto medio utenti

L’ennesima conferma di quanto il metal abbia allargato i propri confini nell’ultimo decennio mi giunge dal fatto che i Thalarion provengono da un minuscolo centro situato nell’ovest della Slovacchia, nazione di recente costituzione e praticamente vergine per questo genere musicale. Ma non stiamo parlando di carneadi assoluti, dato che il presente cd risulta il loro terzo full-lenght per la danese Mighty Music, ed il gruppo è in attività tra alti e bassi fin dal 1990. Tanti anni fa le rare formazioni dell’est europeo erano semplici e tenere imitazioni dei big occidentali più popolari, i soli che riuscivano a penetrare la spessa cortina ideologica (e fisica) eretta dal sistema politico imperante. Con il crollo delle barriere la situazione è radicalmente mutata, più libertà di comunicazione e di interscambi culturali ha permesso la nascita di significativi fermenti underground di ogni forma e specie, anche in luoghi un tempo tagliati fuori dai movimenti non di facile consumo. Tutto questo per dire che se mi fossi aspettato un gruppo di ruvidi sempliciotti sarei stato largamente sorpreso. I Thalarion propongono un metal sufficentemente sofisticato, nel quale confluiscono dosi massicce di aggressivo death metal melodico di ispirazione svedese ed altrettanti richiami al gothic sinfonico e al doom emozionale, i quali consentono rarefazioni di grande dolcezza evocativa, sospensioni ambientali che arricchiscono un sound altrimenti a rischio di monotonia. Il punto di forza della band si esprime nel dinamico contrasto tra il cavernoso latrato del leader Grezdo e l’incantevole, cristallino, folkeggiante timbro della graziosa Nela Horvathova, da questo album membro effettivo della formazione. Il risultato richiama i Theatre of Tragedy o i The Gathering in versione più violenta, ma gli slovacchi provano a ritagliarsi un’identità personale stemperando la convulsa malignità del death con limpidi interludi che inneggiano all’incontaminata e selvaggia natura dei Carpazi (“A Tatrastream romance”) o concedendo spazio alle malìe fiabesche della cantante (“My weakness”). I brani sfruttano un andamento comune, ritmiche gravose vengono addolcite dall’inserimento massiccio di tastiere sinfoniche e da ampie zone di tranquillità riflessiva, ed il tentativo di evitare il banale bombardamento ossessivo pare impeccabile in alcuni episodi come “My bitter overstrain” o “Convicted”, dove nel furioso assalto compare anche un sorprendente sax, mentre in altri sembra ancora un po’ sfocato e slegato, così altalenante da farmi pensare che se in futuro la band incrementerà lo spazio dedicato alle female-vocals la loro proposta dovrebbe giovarsene. Indico ancora come curiosità culturale la marziale “Tatyana”, ispirata da un racconto di Pushkin, segnale che il metal non è solo brutture infantili come qualcuno vorrebbe far credere. Un buon disco che non raggiunge vette eccelse ma consente ai Thalarion di mettersi in evidenza, puntando a miglioramenti futuri.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.