Copertina 7

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. METHOCHA
  2. DEAD SYPHON FOCUS
  3. EYES OF MIMAS
  4. ORBITAL
  5. DESTROYER
  6. PHOBOS ANOMALY
  7. THE LABYRINTH OF INFINITY
  8. BLACKBIRD ABIOGENESIS

Line up

  • Erlend Antonsen: Keyboards
  • Thor-Axel Eriksen: Guitar
  • Lars Jensen: Vocals
  • Svein-Ivar Sarassen: Bass
  • Etienne Gallo: Drums
  • Attila Bakos: Vocals

Voto medio utenti

I Quadrivium sono una giovane band norvegese, formatasi nel 2005, giunta con "Methocha" alla sua terza uscita ufficiale.
La strada scelta dal gruppo è quella di un extreme metal dal taglio avant-guardistico e, spesso, sinfonico, che ci porta, inevitabilmente, ad accostarli ai celebri conterranei Arcturus.
In effetti ascoltando i brani del nuovo lavoro, la mente spesso corre verso la musica di Sverd e soci, soprattutto quelli del periodo "Aspera Hiems Symfonia", ma è possibile anche cogliere riferimenti al lavoro di Vintersorg sia come solista che come cantante dei Borknagar, ed è soprattutto possibile, approfondendo l'ascolto, accorgersi di trovarsi di fronte ad un gruppo che ha una sua ben precisa identità.
Proprio la ricerca di identità sembra essere lo scopo dei Quadrivium: è evidente, infatti, la volontà di distaccarsi da determinati modelli che avevano pesantemente influenzato le prime uscite di un gruppo che era si valido, ma troppo derivativo.
"Methocha" invece risulta essere fresco, “nuovo” e dotato di una sua precisa anima.
Se da un lato i Quadrivium fanno proprie le colonne portanti dell'avantgarde norvegese, inserendo nei loro brani voci pulite ed evocative, intricate contrapposizioni di tastiera e chitarra, continue variazioni nell'umore della musica, è anche vero che donano al disco un'atmosfera "sacrale", l'ottima "Eyes of Mimas", o violente partiture di puro black metal, "Destroyer", che risultano inedite in un contesto come questo.
Anche la scelta dei suoni delle tastiere e l'uso dell'elettronica in genere risultano particolari e fortemente caratterizzanti, dando a "Methocha" una direzione per certi versi “industriale” (prendete con le pinze la parola) che ho trovato particolarmente indovinata nella costruzione dei brani.
Credo sia anche opportuno sottolineare la preparazione tecnica dei musicisti coinvolti, una preparazione che è comunque al servizio della musica e non fine a se stessa, e la sensazione di trovarsi di fronte ad un lavoro intelligente che, per quanto complesso, si lascia ascoltare abbastanza facilmente e senza annoiare.
Ricordandovi che su "Methocha" ascolterete l'inconfondibile chitarra di Carl August Tidemann e le clean vocals di Attila Bokor, recentemente all'opera anche con i grandi Thy Catafalque, consiglio a tutti gli amati di queste sonorità che spesso sono definite, inopinatamente, avantgarde di dare un ascolto a questo lavoro, avvertendovi che troverete un gruppo in costante crescita e che, continuando di questo passo, sarà capace di ritagliarsi un posto importante nella scena.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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