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Fistula sono uno di quei gruppi destinati a rimanere ai margini del mondo musicale. Dall’inizio del nuovo millennio i ragazzi di Cleveland hanno messo insieme una nutrita discografia fatta di album, Ep, split, compilation, coerente allo spirito anarchico, punk e disturbante che li caratterizza sin dai primi passi. Questo “Northern aggression” viene presentato come il sesto full-lenght, sebbene duri solamente diciannove minuti per sette brani.
La maggioranza non arriva ai due minuti di durata, ma è più che sufficiente per esplodere la tossica brutalità degli americani. Qui lo sludge ritrova l’antico legame con l’hardcore, fino a spingersi ai limiti del grind/crust. C’è ben poco della lentezza che solitamente associamo a tale derivazione del doom, mentre troviamo invece caotiche violenze, atmosfere claustrofobiche, distorsioni e feedback. La voce è un gracchiare immondo, i suoni stridenti trasudano marciume, i testi schiaffeggiano il moralismo intorno all’abuso di droghe e lanciano immagini di depravazione e disperazione.
I pezzi meglio strutturati, vedi “The fang” e “Lightbulb smoker”, possiedono invece un perfetto equilibrio tra le fasi cadenzate ed opprimenti e lo spazio concesso allo schizzamento furioso. Siamo di fronte ad una band rissosa e senza compromessi, che appartiene allo stesso sottobosco dal quale sono emersi, in diversi periodi, altri terroristi sonici come Eyehategod, Buzzov-en o Grief. Se vi piacciono le soluzioni più estremiste, i Fistula sono la scelta giusta.
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