Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. BEAT TO HELL
  2. OTHER SIDE
  3. BAD DECISIONS
  4. EVIL EYES
  5. DON'T TAKE IT SO HARD
  6. SHE'S MY CONFUSION
  7. IT AIN'T EASY
  8. MY WAY FOREVER
  9. LEONIDA
  10. DEVIL IN YOU
  11. YOU ARE THE ONE
  12. GOOD NIGHT

Line up

  • Chad Cherry: vocals
  • Adam Arling: guitar
  • Johnny Wator: guitar
  • Danny Smash: bass
  • Nathan Arling: drums

Voto medio utenti

Il percorso musicale dei The Last Vegas è simile a quello di migliaia di band sparse sul pianeta. Cinque amici, cinque rockers, la voglia di suonare e di divertirsi, magari di conquistare qualche bella e prosperosa pupa, la routine in cantina, e i primi lavori autoprodotti. Ad un certo punto, però, la loro storia prende una piega differente rispetto alla media delle giovani band. Si da il caso che un tale Nikki Sixx li noti e decida di prenderli sotto la sua ala protettrice, potandoseli in tour come band di supporto ma soprattutto producendo il loro penultimo album in studio, “Whatever gets you off”. Facile immaginare come da lì in poi la strada per la band sia stata tutta in discesa (vedi il contratto con la AFM Records). Ma chiariamo subito una cosa: qui non si tratta di pura e semplice raccomandazione, perché i Last Vegas di stoffa ne hanno eccome… Il loro rock è impregnato di sudore, whisky e soprattutto di riffoni che piacciono fin dal primo ascolto, e portano alla mente grandi band del passato come Cindrella e Skid Row, per il lato più stradaiolo, e gli immancabili AC/DC per quello più roccioso. Il tutto con una buona dosa di personalità e una sfrontataggine che in album come questi è d’obbligo. Soprattutto per quanto riguarda il singer Chad Cherry, una sorta di Sebastian Bach dei giorni nostri (come timbro e come approccio), che dimostra di saper incarnare alla perfezione il ruolo del rocker maledetto, ingranando la marcia in più nella proposta dei nostri, che vedono, oltre che nella sua voce, anche nel gustoso lavoro di chitarra del due Wator/Arling il proprio punto di forza. La coppia di asce riesce a partorire riffoni veramente ispirati, oltre che convincere, forse anche di più, in fase solista, con assoli gustosi e decisamente personali. L’album, il quinto della loro carriera, parte subito in quarta con la doppietta iniziale “Beat to Hell”/“Other side”, due pezzacchioni rocciosi che ti catapultano all’istante nei club fumosi degli states, con ragazze mezze nude intorno ad un palo e qualche Harley posteggiata fuori… E non da meno sono la titletrack e “Evil eyes”, per la quale è stato girato anche un video, che potete vedere qui in basso. E non ci sono segni di cedimento neanche nelle successive “Don’t take it so hard” e “She’s my confusion”, prima dell’arrivo della cover di “It ain’t easy”, brano scritto da Ron Davies ma portato al successo planetario da David Bowie, e qui omaggiato dai nostri… Tra i brani finali meritano senz’altro una menzione “Leonida”, grazie al suo riff portante veramente convincente, e la conclusiva “Good night”, che, come suggerisce già il titolo, è la classica ballatona elettrica che non può certo mancare in un disco del genere… Permettetemi di concludere queste recensione con una considerazione, assolutamente personale. Di dischi che si muovono su queste coordinate ne ho sentiti veramente a bizzeffe, ma questo “Bad decisions” ha veramente qualcosa in più. Mi ha davvero riportato indietro negli anni e mi ha fatto respirare di nuovo quella freschezza che era possibile trovare, con le dovute proporzioni e le ovvie differenze temprali, nei primi lavori di Guns n’ Roses e Skid Row (non sto scherzando), giusto per citarne un paio. Se siete rockers non potete esimervi dal dare un’ascoltata a questo album. Fidatevi, ne vale veramente la pena…


Recensione a cura di Roberto Alfieri

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