Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:47 min.
Etichetta:Code666 Records

Tracklist

  1. BLOOD LIBEL
  2. SUBCUTANEOUS TERROR
  3. FHTAGN
  4. UPON THE IDOL OF CRONA
  5. SATI
  6. A TITAN'S SACRIFICE
  7. HAUNTER OF THE DARK
  8. RUNALJOD
  9. RITUAL DESCENT

Line up

  • Dennie Grondelaers: Vocals
  • Jonathan Vanderwal: Guitars
  • Reinier Schenk: Guitars
  • Dries Gaerdelen: Keyboards
  • Didier Vancampo: Bass
  • Gert Monden: Drums

Voto medio utenti

Dopo quel "Irreversible Decay" che si era segnalato come uno dei più interessanti debut nel congestionato mondo del symphonic black metal, i belgi Saille, sempre grazie alla nostra Code666, ritornano sul mercato con il nuovissimo "Ritu", album che inaugura, in maniera convincente, il 2013 grazie ad una miscela sonora che, partendo dal debut, si spinge verso territori finora inesplorati dai nostri.
Se è vero, infatti, che i Dimmu Borgir restano il punto di riferimento più evidente per il sestetto, è altrettanto palese la volontà di rendere la propria musica il più personale possibile e di conseguenza più originale.
In questo senso vanno, dunque, interpretate le numerose incursioni in territori dark/melanconici così come l'uso di strumenti particolari quali il violino, la tuba, il theremin, il trombone, inseriti in un album che resta tuttavia, va sottolineato, black al 100%.
La grande capacità che hanno i Saille è quella di saper comporre brani magniloquenti, sinfonici, oscuri e spesso misteriosi, mantenendo un approccio che definirei quasi "easy listening" alla composizione, avvicinandosi, per tanto, alla scuola tedesca del symphonic black metal piuttosto che a quella scandinava.
"Ritu" è un lavoro in grado di colpire per la varietà delle sue sfumature e per la ricchezza di arrangiamenti che rendono ogni brano mai fine a se stesso e sempre ricco di spunti interessanti, sia quando il gruppo spinge sull'acceleratore, regalandoci perle come la conclusiva "Runaljod", oppure quando decide di variare il suo registro espressivo in composizioni come "Upon the Idol of Crona", mistica, epica ed oscura o "Sati", all'interno della quale atmosfere alla My Dying Bride si mescolano con la ferocia del black più oltranzista e si sublimano in un suono fortemente evocativo e quasi religioso.

Qualunque sia il colore, i Saille sanno sempre perfettamente come dipingere con la loro musica, regalandoci un affresco vivo e pulsante che è un piacere ammirare ed amare.
Il consiglio che vi posso dare è quello di non fermarvi ai "soliti" nomi del symphonic black metal e di dare una possibilità ad un gruppo in grado di comporre musica elegante e raffinata rimanendo comunque aggressivo e brutale testimoniandoci, per tanto, un talento che non dovrebbe essere ignorato.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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