Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:45 min.
Etichetta:Pure Prog Records
Distribuzione:H'ART Musik

Tracklist

  1. EXORDIUM: FRAGMENTA
  2. IN HOC SIGNO VINCES
  3. EX VISIONIBUS....FATUS
  4. ORFEO´S LAMENT
  5. EXILE (WE MOT DELEN ATO)
  6. SHADES OF MY UNTIMELY AUTUMN
  7. ZEP TEPI
  8. CONGEDUM: WHISPERS FROM OUTER SPACE

Line up

  • Max Bastasi: Vocals
  • Yorick: Guitars
  • Aligi Pasqualetto: Keyboards
  • Francesco De Paoli: Bass
  • Luca Roggi: Drums

Voto medio utenti

Terza release sulla lunga distanza che arriva dopo Fingerprints of the Gods , risalente al 1999, e la demo celebrativa del 2007.
Il progressive metal degli Helreidh si dimostra molto valido e l’approccio melodico e sinfonico con cui è realizzato Fragmenta lo rende adatto anche a chi non manda giù il prog eccessivamente elaborato, grazie anche a una tendenza narrativa con giusto un accenno epico ma senz’altro molto bardesca. Storie differenti elaborate su strutture musicali delicate e allo stesso tempo intense.

Dopo i due minuti l’incipit strumentale “Exordium Fragmenta” arrivano i due brani più mordenti del dell’album, “In Hoc Signo Vinces” pezzo molto valido, eterogeno, con azzeccati cambi di tempo, schitarrate semplici quanto travolgenti, un buon assolo e un cantato molto evocativo; e a seguire “Ex Visionibus… Fatus” con molti aspetti in comune con il precedente e per forza di cose, come si evince dal titolo, maggiormente vaneggiatrice che mostra come punto di forza l’opera di Pasqualetto, tastierista della band.
Le atmosfere appassionate di “Orfeo Lament” ci accompagnano quindi una serie di brani più distesi, sognanti e dal volto malinconico in cui grazie alle sue doti vocali Max Bastasi si mette sul groppone la responsabilità del risultato, dimostrando come nel caso di “Shades of my Intimely Autumn” di poterne reggere il peso.
A dispetto di ciò, c’è da dire che nell’ascolto il piglio di Fragmenta si riduce, ci vorrebbe quell’azzardo in più e direi anche un tocco più pesantuccio per evitare inciampi.

Il voto stona un po’ visti i pregi di questo lavoro ricercato e finemente realizzato, ma rispecchia pienamente quella che sarà l’impressione di molti: gli Helreidh mi hanno fatto incazzare e pure parecchio!
Già, perché dopo aver apprezzato quanto di buono c’è in questi frammenti, mi viene in mente cosa ne sarebbe uscito visto il potenziale espresso nella prima parte che è risultato troppo assopito nella seconda, nonostante le arie oniriche qui presenti mostrino aspetti molto interessanti.
Ciò non toglie che i nostri abbiano fatto comunque un buon lavoro e abbiano doti adatte per allinearsi ai grandi nomi. Sperando che adesso si incazzino anche loro e ci diano dentro come ci auguriamo…



Recensione a cura di Salvatore Sanzio

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