Copertina 7

Info

Past
Anno di uscita:1976
Durata:45 min.
Etichetta:MCA

Tracklist

  1. GIMME BACK MY BULLETS
  2. EVERY MOTHER’ SON
  3. TRUST
  4. I GOT THE SAME OLD BLUES
  5. DOUBLE TROUBLE
  6. ROLL GYPSY ROLL
  7. SEARCHING
  8. CRY FOR THE BAD MAN
  9. ALL I CAN DO IS WRITE ABOUT IT
  10. GIMME BACK MY BULLETS (BONUS LIVE)
  11. CRY FOR THE BAD MAN (BONUS LIVE)

Line up

  • Ronnie Van Zant: vocals
  • Allen Collins: guitar
  • Gary Rossington: guitar
  • Leon Wilkeson: bass
  • Billy Powell: keyboards
  • Artimus Pyle: drums

Voto medio utenti

La genesi del quarto album dei Lynyrd Skynyrd, leader indiscussi del southern rock, risale al convulso “Torture tour” del 1975, organizzato per la promozione di “Nuthin’ fancy”, uscito lo stesso anno. Oltre sessanta date negli Usa in poco meno di tre mesi, costellate di risse, camere di hotel devastate, sbronze epocali, arresti ed altri eccessi, tanto da provocare l’improvvisa fuga del terzo chitarrista Ed King, che abbandonò il gruppo senza voltarsi indietro.
Le non eccelse vendite di “Nuthin..” ed i casini combinati durante il tour, convincono gli Skynyrd che è tempo di darsi una regolata e riprendere il controllo della situazione. Si chiude il rapporto, mai troppo idilliaco ma assai fortunato, con il produttore newyorkese Al Kooper, inoltre il gruppo decide di tornare all’originale formula con due chitarre: quelle di Rossington e Collins. Per il nuovo disco viene scelto l’esperto Tom Dowd, che aveva già lavorato con Cream, Derek & The Dominoes e The Allman Brother Band. Le prime canzoni vengono registrate ai Record Plant di Los Angeles, mentre altre sono scritte nello studio personale della band, situato nell’area paludosa intorno a Jacksonville. Infine tutto viene completato negli studi della Capricorn, a Macon, Georgia, durante una intensa settimana di lavoro.
L’ultimo pezzo composto è quello che darà titolo all’album: “Gimme back my bullets”. Il testo è di Ronnie Van Zant, che intendeva ironizzare sull’abitudine di Billboard di utilizzare una sorta di proiettili anziché i soliti voti per le loro recensioni. Ma i fans, conoscendo bene le attitudini dei musicisti, prendono la cosa sul serio e la canzone verrà presto tolta dalle scalette dei concerti, visto che sul palco piovono letteralmente manciate di proiettili di ogni calibro e perfino cartucce per shotgun.
L’album sarà pubblicato nel febbraio 1976 e salirà alla ventesima posizione delle chart statunitensi, ottimo risultato, ma ne uscirà dopo sole sedici settimane, ancora più in fretta del capitolo precedente.
In effetti il materiale proposto non è tutto della medesima qualità. Il singolo “Double trouble” è buono, ma fallisce come palese tentativo di ritrovare la stessa vena commerciale del grandissimo hit “Sweet home Alabama”, una delle canzoni più famose della storia del rock. La title-track è una tipica southern-song dal groove sornione ed alcoolico, mentre l’episodio forse migliore è “Searching”, unica che troveremo inserita nel celeberrimo live “One more for the road”. Altre cose discrete sono la cover di “I got the same old blues” di J.J.Cale, impreziosita dall’assolo di slide ad opera di Rossington, ed ancora l’appassionata “Cry for the bad man” nella quale compare il classico coro femminile che diventerà segno distintivo della formazione americana.
Il resto degli episodi è più sottotono, una costante dei lavori degli Skynyrd esclusi i primi due.
L’edizione in mio possesso, datata 1999, aggiunge come bonus le versioni dal vivo di “Gimme back..” e “Cry for the bad man”, mai pubblicate su disco in precedenza.
In sostanza si tratta di opera solida, puro southern nello stile degli Skynyrd, anche se un poco inferiore rispetto i primi tre lavori. Resta comunque inarrivabile per la stragrande maggioranza dei mestieranti di questo filone emersi da quell’epoca fino ad oggi.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.