Stone Sour - House of Gold and Bones Pt. 1

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:40 min.
Etichetta:Roadrunner

Tracklist

  1. GONE SOVEREIGN
  2. ABSOLUT ZERO
  3. A RUMOR OF SKIN
  4. THE TRAVELLERS PART 1
  5. TIRED
  6. RU486
  7. MY NAME IS ALLEN
  8. TACITURN
  9. INFLUENCE OF A DROWSY GOD
  10. THE TRAVELLERS PART 2
  11. LAST OF THE REAL

Line up

  • Corey Taylor: vocals. rhythm guitar, piano
  • James Root: lead guitar, keyboards
  • Josh Rand: rhythm guitar
  • Roy Mayorga: drums
  • Rachel Bolan: bass

Voto medio utenti

Complesso. Maturo. Ambizioso. Questi sono solo alcuni dei termini che userei per definire quest'ultima fatica degli Stone Sour. Sarò subito chiaro, il precedente Audio Secrecy mi aveva lasciato davvero molto amaro in bocca. Non tanto perchè il ritmo dell'album non riusciva ad essere costante e aveva dei veri e propri "buchi" e cali di interesse da parte dell'ascoltatore, ma perchè intravedevo un qualcosa che non riusciva a concretizzarsi. Tutto ciò fino a The House Of Gold And Bone PT.1. Questa prima parte di quello che è un concept che si articolerà in due parti, e che vedrà la sua conclusione nel 2013, mi ha finalmente fatto comprendere cos'era quel senso di incompiutezza che avevo percepito in Audio Secrecy. Con un sound a dir poco limato e tagliente come la punta di una lancia, ma allo stesso tempo massiccio e pieno come un rullocompressore, finalmente la band riesce ad esprimere tutta una pienezza di emozioni complesse, che trovano il loro culmine nei testi. Da menzionare un cambio di lineup nelle file della band : Shawn Economaki lascia, e in studio la band viene affiancata da Rachel Bolan degli Skid Row. La prima parte di The house of gold and bones pt.1 suona davvero convincente sin dal primo ascolto. La opening track (e primo singolo estratto dall'album) Gone Sovereign, lascia intuire da subito che non sarà una passeggiata e che il ritmo è bello sostenuto, con un Corey Taylor decisamente in forma ed estremamente a suo agio nel condurre l'ascoltatore in questo viaggio, per il primo concept album della sua band. Il ritmo dei pezzi non accenna a diminuire, fino a che il ritornello di A Rumor Of Skin non si insidia nelle nostre orecchie, coadiuvato da una sezione ritmica intricata e martellante. Di certo il lavoro di David Bottrill (Tool, Muse, Staind) ai Sound Farm Studios, non ha potuto che donare corpo al quarto lavoro della band (quinto, se contiamo anche Click Here To Exit inciso sotto il monicker di Super Ego). L'album prosegue con un pezzo abbastanza introspettivo e spezzaritmo, The Travellers Part1, che fa da intro a Tired, a mio avviso uno dei pezzi più azzeccati dell'album. Decisa sterzata di ritmo col brano Taciturn, in cui tutto diventa più plumbeo ed introspettivo, per poi lasciar intravedere un briciolo di luce nel finale. A concludere ci sono la bellissima The Travellers Part2 e la muscolosa Last Of The Real. Questa ultima fatica della band statunitense suona dannatamente bene e mi ha convinto appieno, con un Roy Mayorga scatenato dietro le pelli, un James Root particolarmente ispirato e un Corey Taylor che come vocalist mi fa emozionare ancora come la prima volta che l'ho sentito. Gli Stone Sour hanno mosso parecchi passi dai primi lavori. Passi che forse li hanno condotti in una direzione differente da quella degli inizi..ma che senza snaturare la loro quintessenza, hanno fatto venire alla luce un album complesso, maturo e ambizioso, ma che sin dal primo ascolto risulta subito "nostro". Forse è proprio questo il posto giusto per questi ragazzi..In domus de aurum et ossium.
Recensione a cura di R.Tarallo

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 ott 2012 alle 01:37

Grazie ragazzi! Per me l'album suona davvero bene, finalmente si delinea qualcosa di molto più concreto, con uno stile finalmente più personale e definito. Ad essere sincero, con tutti i vari casini che ha avuto la band a causa dell'abbandono di Enonomaki, io avrei anche dato qualcosa in più, da estimatore della band e del genere da loro proposto. Spero di non essere stato troppo prolisso..ma dalla regia mi dicono di no :-P

Inserito il 30 ott 2012 alle 12:12

Il disco mi piace! Bravo anche a Roberto.

Inserito il 29 ott 2012 alle 17:59

Bella recensione, anche se darei un voto in meno, cmq c'è da dire che finalmente gli stone sour hanno osato di più con un sound più "pesante", incisivo e convincente. non male.

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