Downfall of Gaia - Suffocating in the Swarm of Cranes

Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:57 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. VULNUS
  2. DROWNING BY WILD BEATS
  3. IN THE RIVERS BLEAK
  4. I FADE AWAY
  5. BENEATH THE CROWN OF CRANES
  6. GIVING THEIR HEIR TO THE MASSES
  7. ASPHYXIA

Line up

  • Dominik Goncalves dos Reis: Vocals/Guitars
  • Peter Wolff: Vocals/Guitars
  • Anton: Lisovoj: Vocals/Bass
  • Johannes Stoltenburg: Drums

Voto medio utenti

Suffocating in the Swarm of Cranes”, nuovo album dei Downfall of Gaia, mette in luce quanto di ottimo fatto dalla band originaria di Hannover fino ad oggi, proseguendo un discorso iniziato con lo stupendo debutto “Epos”, album che mi aveva a dir poco piacevolmente colpito nel 2010 e altrettanto fecero l'anno successivo con lo split-ep in compagnia degli In the Hearts of Emperor. Partiti come Crust band, sono andati man mano evolvendosi verso un post-hardcore velato di black metal. Il nuovo contratto con la blasonata Metal Blade ha senz'altro giovato alla band tedesca, con una produzione certamente migliorata e maggiormente curata.

Questo “Suffocating in the Swarm of Cranes” non si discosta di molto dagli ultimi loro lavori. Oltre la già citata produzione, si è sicuramente raffinato il songwriting, con composizioni più strutturate e dalla durata ulteriormente dilatata, le atmosfere oscure si sono ancor più “annerite”, con violenti accellerate e rallentamenti ai confini con lo sludge/doom.

Saldi punti di riferimento si possono ritrovare in band come Fall of Efrafa e Neurosis, giusto per citare i più importanti, ma si tratta solamente di accostamenti di genere, non siamo di fronte ad una loro fotocopia, anzi, i Downfall of Gaia hanno personalità e classe da vendere. Sette le perle che vanno a comporre questo grandioso disco, in cui le influenze black metal (“Beneath the Crown of Cranes”) si fondono con il post-hardcore della band (“Drowning by Wing Beasts” su tutte) senza dimenticare le radici crust degli esordi e passaggi atmosferici che ne spezzano l'ascolto incrementando l'intensità dei brani.

Un album intenso, pieno, a tratti logorante, da ascoltare e vivere tutto d'un fiato, senza interruzioni, come un'unica lunga sinfonia.
Recensione a cura di Simone Carta

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