Copertina 7

Info

Anno di uscita:2012
Durata:43 min.
Etichetta:Indie

Tracklist

  1. THE BEGINNING
  2. BEST LOVE
  3. I HATE THE WORLD
  4. TO LOVE AND HATE
  5. TOO BAD
  6. HOLE IN MY SOUL
  7. VALKIRJA
  8. UPRISING
  9. WALK ON BY MYSELF
  10. WIDE HIPS 69

Line up

  • Rudy Baiocchi: Vocals
  • Antonio Gambacorta: Guitars
  • Glauco Di Sabatino: Drums
  • Tommaso Paolone: Bass

Voto medio utenti

"Cerchiamo, contrapponendoci, il nocciolo più genuino della vita che, secondo noi, passa attraverso la musica.”
Voglio iniziare la recensione da questa frase, estratta dalla biografia dei teramani Rockrace, manifesto perfetto e summa incontrovertibile di quello che la loro musica è e rappresenta.

I Rockrace infatti suonano un rock genuino, senza fronzoli, andando a pescare in 3 decenni quanto di meglio l'essenza stessa del rock abbia rappresentato, senza la paura di proporla in questo nuovo millennio, senza snaturarla troppo ma allo stesso tempo nemmeno riproponendola pedissequamente, mettendoci insomma anche del proprio.
E il "proprio" in questo caso sono anni di esperienza maturata sui palchi di tutta Italia da parte di tutti i componenti del gruppo, ormai non più di primissimo pelo, fattore che esalta ancor di più quel sentore di genuinità e di rustico che permea ogni brano di questo "Valkirja".
Le canzoni poi rappresentano perfettamente questo viaggio nel mondo del rock: si passa infatti dall'hard rock di inizio anni '80 di "I Hate the World" e della title-track "Valkirja" alla ballatona in stile G'N'R "To Love and Hate", dove la voce di Baiocchi la fa da assoluta padrona, ben accompagnato dalla chitarra di Gambacorta, passando per il grunge della conclusiva "Wide Hips 69", molto Pearl Jam nel suo incedere. Il tutto tinto saggiamente di un blues ricercato e mai banale, seppur estremamente derivativo (non che debba essere per forza un male, ci mancherebbe!).
Sempre precisa e puntuale è anche la sezione ritmica, in particolare nella batteria del bravo Glauco di Sabatino, verace e crudo al punto giusto nel suo pestare sulle pelli.

Quante volte ho detto rock nella recensione? Tante direi, rispetto alla sua lunghezza. Il fatto è che R O C e K sono esattamente le 4 lettere necessarie a descrivere il disco dei Rockrace. D'altronde se hanno deciso di infilarcele anche nel proprio nome un motivo ci sarà, no?

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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