Who Cares - Ian Gillan & Tony Iommi: WhoCares

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2012
Durata:96 min.
Etichetta:EarMusic

Tracklist

  1. OUT OF MY MIND
  2. ZERO THE HERO
  3. TRASHED
  4. GET AWAY
  5. SLIP AWAY
  6. DON'T HOLD ME BACK
  7. SHE THINK IT'S A CRIME
  8. EASY COME, EASY GO
  9. SMOKE ON THE WATER
  10. HOLY WATER
  11. ANNO MUNDI
  12. LET IT DOWN EASY
  13. HOLE IN MY WEST
  14. CAN'T BELIEVE YOU WANNA LEAVE ME
  15. CAN I GET A WITNESS
  16. NO LAUGHING IN HEAVEN
  17. WHEN A BLIND MAN CRIES
  18. DICK PIMPLE

Line up

  • Ian Gillan. vocals
  • Tony Iommi: guitars
  • Linde Lindstrom: guitars
  • Steve Morris: guitars
  • Michael Lee Jackson: guitars
  • Jason Newsted: bass
  • Jon Lord: keyboards
  • Nicko McBrain: drums

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Cosa succede quando due miti viventi della nostra musica ti dimostrano con i fatti cosa significa essere grandissime persone, oltre che grandissimi musicisti? Succede che decidono di mettersi insieme per scrivere un paio di brani, pubblicare un EP, e devolvere tutti i proventi per una buona causa, e cioè la sistemazione di una scuola di musica a Gyumri, in Armenia, semi distrutta in seguito al terremoto del 1988. Ed è così che nascono i Who Cares, del mitico duo Gillan/Iommi.

Per i più giovincelli di voi, è bene ricordare che il singer aveva già messo su un progetto benefico nel 1988, il famoso Rock Aid Armenia, con il quale pubblicò, anche all’epoca, un album per recuperare soldi da devolvere alla popolazione armena. Allora si circondò di veri e proprio mostri sacri della scena hard rock/metal (Ritchie Blackmore, Brian May, Bruce Dickinson, David Gilmour, Brian Adams, Keith Emerson, Goeff Tate, Alex Lifeson, Paul Rodgers, Chris Squier, Roger Taylor, John Paul Jones, Jon Lord e lo stesso Tony Iommi), per una splendida versione inedita di “Smoke on the water” (in basso il video, famosissimo), alla quale vennero affiancati una serie di brani estratti da vari album dei personaggi coinvolti.

Ebbene, più di vent’anni dopo, Ian e Tony decidono, dopo una visita in Armenia per ricevere una medaglia al merito direttamente dal presidente, che è giunta l’ora di smuovere di nuovo le acque, dopo aver constatato con i loro occhi in che stato si trova la scuola, ed è così che mettono su il progetto Who Cares. Ad affiancare i due musicisti, questa volta, meno personaggi, ma non meno importanti dei precedenti. Alle session di registrazione dei due brani incisi, infatti, partecipano il mitico e compianto Jon Lord, Nicko McBrain, Jason Newsted e Mikko “Linde” Lindstrom (HIM) su “Out of my mind”, e Steve Morris e Michael Lee Jackson, tra gli altri, su “Holy water”. Il singolo viene pubblicato nel 2001, come mini CD e 7” in vinile. I due brani sono un pezzo di hard rock e una semi ballad, entrambi intrisi di classe, con i due protagonisti ovviamente sugli scudi, e i “comprimari” a metterci del loro, con qualche finezza qua e là…

Per incrementare gli introiti da devolvere alla causa, nel 2012 viene pubblicato il doppio CD di cui stiamo parlando, che contiene, oltre ai due brani del singolo, una serie di brani famosi estratti dalle produzioni dei nostri, più alcune chicche e rarità. Vediamo insieme di cosa si tratta… Il primo CD si apre con “Out of my mind”, seguita a ruota dalla versione originale di “Zero the hero”, presente su “Born again dei Black Sabbath (1983). Subito dopo un altro brano estratto da quell’album, “Trashed”, ma nella versione registrata appositamente per “Gillan’s Inn”, e che vede oltre al singer e Iommi, niente meno che Roger Glover al basso e Ian Paice alla batteria. Dei cinque brani successivi, “Slip away” è una outtake estratta dalle session di registrazioni di “Fused”, l’album che Iommi pubblicò insieme a Glenn Hughes nel 2005, “Don’t hold me back” e “She think it’s a crime” sono estratti da “Toolbox” e “One eye to Morocco”, entrambi album solisti di Gillan, mentre “Get away” e “Easy come, easy go” sono due collaborazioni del singer con Michalis Rakintzis e Repo Depo (non chiedetemi chi sono, non ne ho la più pallida idea…). Chiude il primo CD una versione live di “Smoke on the water”, originariamente presente in “Live at the Royal Alber Hall” del 2000 e che vede come special guest niente meno che Ronnie James Dio.

Il secondo CD si apre con la già citata “Holy water”, prosegue con “Anno mundi”, tratta da “Tyr” dei Black Sabbath e con “Let it down easy”, ancora dalle session di “Fused”. Poi di nuovo Gillan a farla da padrone, con “Hole in my vest”, presente come B-Side sul singolo “Nothing but the best”, “Can’t believe you wanna live me”, che vede la partecipazione niente meno che di Dr. John, e che è stata originariamente pubblicata su “Accidentaly on purpose”, album che il singer scrisse nel 1988 insieme ai fido Roger Glover, “Can I get a witness” e “No laughing in Heaven”, brani registrati originariamente con due gruppi pre Purple del singer, i The Javelins e i Garth Rockett & The Moonshiners e qui presenti in versioni più recenti. Segue una versione inedita del classico “When a blind man cries”, che Ian ha registrato in una trasmissione radiofonica col fido Steve Morris alla chitarra acustica e fino ad ora inedita, e chiude il tutto “Dick pimple”, un altro brano inedito fin’ora, una jam session di dieci minuti, una delle tante, che i Deep Purple tenevano in studio.

E questo è quanto… Ovviamente nulla da dire dal punto di vista musicale, si tratta in ogni caso di ottimi brani. L’unico rammarico che resta, soprattutto dopo la morte del grandissimo Jon Lord, è pensare cosa ci sarebbe potuto uscire se i nostri avessero avuto voglia, tempo e ispirazione per scrivere un album intero di inediti. Non capita certo tutti i giorni di ascoltare insieme Gillan, Iommi, Lord, McBrain e Newsted… Purtroppo rimarrà un quesito irrisolto a vita… Riguardo l’operazione in sé per sé, visti i propositi con cui è stata messa su, nulla da eccepire, anzi, mai come questa volta vi invito all’acquisto e non al download selvaggio. Ce ne fossero di più di iniziative del genere… Si sa quanto è grande il potere della musica, e questi immensi personaggi lo hanno dimostrato ancora una volta. Ovviamente il SV è voluto, impossibile assegnare un numero ad un album così…




Recensione a cura di Roberto Alfieri

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