Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:60 min.
Etichetta:Peaceville Records

Tracklist

  1. KNEEL TILL DOOMSDAY
  2. THE POOREST WALTZ
  3. A TAPESTRY SCORNED
  4. LIKE A PERPETUAL FUNERAL
  5. A MAP OF ALL OUR FAILURES
  6. HAIL ODYSSEUS
  7. WITHIN THE PRESENCE OF ABSENCE
  8. ABANDONED AS CHRIST

Line up

  • Andrew Craighan: Guitars
  • Aaron Stainthorpe: Vocals
  • Hamish Hamilton Glencross: Guitars
  • Lena Abé: Bass
  • Shaun Macgowan: Keyboards, Violin
  • Shaun Taylor-Steels: Drums

Voto medio utenti

Saltando a piè pari l'esperimento Evinta (che devo essere stata fra i pochi ad apprezzare), A Map Of All Our Failures si riallaccia alle linee guida del precedente For Lies I Sire. I My Dying Bride, padri del death/doom/gothic, insieme ai Paradise Lost e agli Anathema, sono partiti dalle movenze sepolcrali e malsane di As The Flowers Whiters e Turn Loose The Swans, passando poi per l’equilibrio perfetto e malinconico di The Angel And The Dark River. Poi il passaggio di Like Gods Of The Sun, che ha portato all'evoluzione dark psichedelica di 34.788%…Complete, così tentacolare e multiforme da lasciare spazio a qualsiasi sperimentazione. Ma non hanno avuto il coraggio di osare (come, invece, hanno fatto gli altri due gruppi sopracitati) e si sono arresi di fronte all'insofferenza dei fans della vecchia guardia, non proprio entusiasti della svolta dalle tinte dark wave. Quindi sono tornati indietro, cominciando a pubblicare copie carbone, a volte meglio riuscite altre meno, dei loro lavori di maggior successo. Poi For Lies I Sire, che spiccava per la sua vena sentitamente nera ed angosciante, vena ripresa ed amplificata in A Map Of All Our Failure. Otto brani in qualche modo epici nella loro freddezza, desolati come la figura velata della copertina (forse un fantasma?), omaggio alla donna velata di bianco disegnata da Dave McKean su un vecchio numero di Sandman, che li colpì tanto da spingerli a contattarlo per collaborare
insieme. Rispetto alle parti death metal (che, pure, ci sono e vi colpiscono quando meno ve lo aspettate, come nei primi tre pezzi) si continua a dare risalto al lato più doom, procedendo con lentezza catacombale e marmorei riffs sabbattiani, mentre la cupa e profonda voce di Aaron tal volta canta, tal volta recita, angosciata per un dolore che nasce da dentro ma meno lamentosa del solito, più duttile e con più verve, e si produce in una delle sue migliori performance. Nonostante nell'intervista Andrew mi abbia detto che l'intenzione era di creare una musica spoglia ed essenziale, all'orecchio risulta molto arrangiata e rifinita, con un'accentuata vena melodica. The Poorest Waltz ne è un esempio, arricchita da un violino che ritornerà anche in altri brani, uno dei loro marchi di fabbrica; insieme a Kneel 'till Doomsday, A Tapestry Scorned, Like A Perpetual Funeral e Hail Odysseus costituisce uno dei migliori e più intensi brani dell'album. Nonostante il doom di base, rispetto ai precedenti lavori, questo ha anche una maggior dinamicità e minor presenza di tracce ossessivamente uguali fra loro. Detto questo, non ci sono sostanziali cambi di stile, un pregio per i fan della band, un difetto per me, che mi chiedo quanto i My Dying Bride stiano riposando sugli allori e come si faccia a trovare interessanti dischi talmente uguali da potersi scambiare pezzi e titoli. Comunque, limitandoci a A Map Of All Our Failure, lo considero, insieme a For Lies I Sire, il migliore del dopo 34.788%…Complete. Fosse la volta buona che si danno una smossa?
Recensione a cura di Laura Archini

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 nov 2012 alle 20:00

concordo con la recensione, non con il fatto che dopo 34,salcazzo% gli ultimi due sono i migliori. Hanno mantenuto sempre un'ottima qualità nelle loro uscite e ritengo dischi come Light at the end of the world e Dreadful Hours ai livelli delle loro prime opere. Hanno praticamente inventato uno stile musicale, che mischia doom, gothic ed in parte death e black e, come tanti gruppi capisaldi nei vari stili musicali, è giusto che continuino in quello che meglio riescono e sanno comporre. Fino ad ora non hanno sbagliato un colpo ed ho apprezzato tutti i loro lavori; solo For lies I sire lo trovo leggermente inferiore ma con quest'ultimo sono tornati alla grande. Non vedo l'ora di rivederli dal vivo a Dicembre, l'ultima volta li ho visti al tour di Light at the end...

Inserito il 16 ott 2012 alle 13:33

Laura sono pienamente d'accordo con te, fai conto che dopo "Turn Loose" e "The Angel..." i miei album preferiti dei My Dying Bride sono "34,788% Complete" ed il recente "Evinta", sinceramente per il resto mi sembrano sempre album di mestiere, buoni, niente da ridire su questo, ma purtroppo niente di più, eppure hanno dimostrato di essere capaci di fare cose di gran lunga più interessanti.... Concordo anche sugli album preferiti. Fermo restando ciò di cui entrambi siamo convinti, dai comunque un ascolto a questo ultimo album. E' un bel lavoro.

Inserito il 16 ott 2012 alle 12:04

Boh, li ho visti tre volte e tre volte mio hanno deluso. Sarà che le atmosfere dei dischi si perdono, sarà che ascoltare certi pezzi in una stanza buia e silenziosa o in un salone con puzza di birra è molto diverso... fatto sta che li trovo che live perdano tutto il loro perchè.

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