Copertina 8

Info

Anno di uscita:2012
Durata:34 min.
Etichetta:Indie Recordings

Tracklist

  1. THE ABSOLUTE
  2. STORM OF BLOOD
  3. MOT GRAV
  4. IRON HANDS
  5. MIND IS FIRE
  6. ESCAPE TO SOLACE
  7. VOID
  8. FLIGHT OF A DYING SUN

Line up

  • Stig Skog Andersen: bass
  • Anders Mosness: drums
  • Sander Loen: guitars
  • Tommy Svela: guitars
  • Hallgeir Skretting Enokssen: vocals
  • Glenn Cato Rasmussen: vocals

Voto medio utenti

Il nuovo lavoro dei norvegesi Purified In Blood, “Flight Of A Dying Sun”, è stato veramente una piacevole sorpresa, in quanto mi sono trovato davanti ad un album capace di coniugare l'immediatezza tipica di un certo Hardcore di impatto, con le costruzioni e le strutture musicali proprie del Metal estremo più vario e violento, il tutto senza rinunciare ad iniezioni melodiche per nulla banali o troppo melense.

La band in questione vi viene da me presentata come Metalcore, un termine che consiglio di prendere con le dovute precauzioni, dato che in questo lavoro non avrete a che fare con un riffing portante di base speed, accompagnato da harsh vocals, al quale si alternano refrain in voce pulita e soli rapidi ma spesso insipidi e già sentiti, al contrario le vostre orecchie verranno prese d'assalto da trame chitarristiche abrasive, sostenute da una sezione ritmica davvero devastante, capace di sostenere alla perfezione passaggi più groove e poi lanciarsi in accelerazioni feroci e ben calibrate; tale impalcatura sonora, inoltre, è accompagnata da una gran voglia di essere dinamici e variegati, alternando parti più moderne ad altre che richiamano la grande scuola thrash degli eighties, tutto ciò senza dimenticare quel gusto per i riff gelidi e chirurgici tipico della scena nordeuropea. Un buon esempio di quanto appena detto può essere sicuramente “Mind Is Fire”, un brano in cui la verve più violenta del gruppo emerge con chiarezza e prepotenza, infatti troviamo blast beats furiosi e precisi, su cui si innesta un riff gelido e modernissimo, capace di mettere in risalto un batterista davvero in stato di grazia, specialmente nei tratti in cui viene lasciato “da solo” dagli altri strumenti; davvero spettacolare, ed inaspettato, lo stacco thrash intorno al secondo minuto, degna conclusione di una traccia che, con i suoi neanche tre minuti di durata, riesce ad essere: estrema, varia e di impatto (e scusate se è poco!).

Un altro brano che mi sento di citare è la title track, posta in chiusura, una canzone molto particolare, in cui troviamo un utilizzo delle tastiere un po' più presente rispetto agli altri brani (e si, ci sono anche le tastiere!), ma mai invasivo, piuttosto basato su una concezione molto psichedelica e seventies, come emerge dalla chiusura del brano stesso, affidata ad una chitarra simil-noise ad effetto “friggitrice” (vi prego passatemi questo terribile paragone) e ad una trama di tastieristica estraneante e particolare. Su quest'ultimo punto direi che siamo davanti più ad un outro che ad una coda vera e propria, infatti la traccia in questione, davvero varia ed ispirata, si conclude all'incirca intorno al sesto minuto e dieci, a seguito di un solo di chitarra molto tecnico ed efficace, per poi sfociare e spegnersi come descritto sopra.

In conclusione si può parlare di un lavoro davvero ben fatto e concepito, supportato da una produzione abbastanza standard per i tempi d'oggi, la quale mette ben risalto le chitarre, con l'ormai tipico “wall of sound”, ma allo stesso tempo non trascura la sezione ritmica, dando la possibilità anche al basso di farsi sentire in tutta la potenza. L'unica pecca che mi viene da sottolineare riguarda l'aspetto vocale, infatti non sono un grande amante delle doppie voci, specie nei frangenti in cui di sovrappongono, in quanto ritengo che l'utilizzo di harsh vocals, alternate a sprazzi quasi scream, rende il lavoro più piatto e meno “rotondo”, come se si volesse appesantire ulteriormente una proposta in cui l'impatto è già assicurato da una struttura bella robusta e variegata. Avrei gradito più il ricorso ad un growl profondo, magari con qualche stacco in scream acido, secondo me più adatto ad un album che flirta perfettamente sia con l'Hardcore che con l'Extreme Metal, fondendoli insieme in un platter davvero coinvolgente, supportato anche da una durata non eccessiva che lo rende facilmente fruibile e scorrevole.

Detto ciò non posso far altro che promuovere pienamente questo “Flight Of A Dying Sun”, consigliandone l'ascolto a tutti coloro che cercano lavori potenti e violenti, ma allo stesso tempo dinamici e piacevoli, dove tecnica e potenza sono ben bilanciati e completamente inquadrati nel mood generale della proposta.
Recensione a cura di Diego ‘Wolf85’ Serafini

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