Joy of Nature, The - The Empty Circle, Part III ANITYA

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Rage in Eden Records

Tracklist

  1. A NEW DAWN OUT OF THE NOISE
  2. FROM THE DARK CAVES, PART I
  3. IMPERMANENCE
  4. THIS FLOATING WORLD
  5. FLAMES AND ASHES
  6. AT THE FIREPLACE
  7. JOY IN THIS WORLD
  8. FROM THE DARK CAVES, PART II
  9. SILENCE DESCENDING
  10. THE EMPTY CLOUD
  11. FROM THE WORLD OF SHADOWS TO THE LIGHT

Line up

  • Luis Couto: vocals, all instruments

Voto medio utenti

Terza ed ultima parte della trilogia dedicata alle tre fasi alchemiche: Nigredo, Albedo e Rubedo, viste sia come alchimia operativa che interiore. Ogni pezzo ha una valenza simbolica e, in quanto musica rituale, lo scopo è aiutare il superamento dello stato di coscienza ordinaria. Si parte con le cornamuse di "A New Dawn Out of the Noise", per proseguire con la ritual ambient, mista a percussioni, campane tibetane e canti gregoriani di "From the Dark Caves part I" ed i richiami arabeggianti di "Impermanence". "The Floating World" riprende il dark folk di Sol Invictus misto alle parti marziali dei Death in June, mentre "At the Fireplace" segue il percorso intimista ed acustico degli ultimi Current 93. "Silence Descending" è un richiamo sognante al Giappone. Personalmente ritengo che il punto di forza del portoghese Luis Couto siano le splendide atmosfere mistiche e sognanti, create dalla musica orientale (in senso ampio, come abbiamo visto) e da quella rituale, mentre trovo un po' più deboli le parti dark folk, pensose e notturne ma non particolarmente ispirate. Nell'insieme, comunque, si tratta di un lavoro davvero pregevole ed originale, che vede anche la partecipazione di ospiti di rilievo: Amanda Votta, Troy Southgate (H.E.R.R., Seelenlicht), Preston Gelberwolf (Nemo Dog) e MJ (Plateau Omega). E' disponibile anche una versione limitata a sessanta copie con box di legno, contenente badge ed un CDr con la ristampa del primo concerto del gruppo tenutosi in Portogallo, offerto all'epoca al solo pubblico presente.
Recensione a cura di Laura Archini

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