Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:52 min.
Etichetta:Klonosphere
Distribuzione:Season of Mist

Tracklist

  1. THE FLOOD
  2. BURNING PRIDE
  3. CHAINS OF LABOR
  4. RFID
  5. NIBIRU
  6. ENUMA ELISH
  7. THE LOSS
  8. BLOOD OBSESSION
  9. THE ORDEAL
  10. SYCAMORE PART I
  11. SYCAMORE PART II

Line up

  • Xav Jenx: Vocals & Bass
  • Jessy: Guitars
  • Max: Guitars
  • Lyynk: Keyboards & Sound Fx
  • Tiko: Drums

Voto medio utenti

Secondo full-lenght per i francesi Jenx a cinque anni di distanza dal debut Fuseless; Enuma Elish prende spunto -e nome- da un’antica opera sulla mitologia babilonese (titolo originale Enûma Eliš) vecchia ormai di milenni che narra delle origini del mondo: nomi a noi cari del calibro di Marduk e Tiamat vengono fuori proprio da quelle pagine e da quella tradizione, così come d’altra parte il fantomatico Nibiru e roba simile su cui il quintetto in questione non ci fa sconti unitamente a molte altre puttanate che purtroppo ci dovremo sorbire per tutto il 2012, ma per questo vi rimando a Giacobbo e compagnia bella.
Visto che la tendenza mediatica odierna è questa anche i Jenx hanno pensato di approfittarne con un’operazione di marketing ovvia visto il calendario, anche se non proprio chiarissima agli occhi di tutti e più o meno discutibile.
Ci propongono un industrial che si avvicina molto a una miscela di metal e rock e in alcuni brevi momenti anche un po’ di doom (ma non aspettatevi grandi aperture sul genere), l’elettronica è onnipresente come è giusto che sia ma non sempre si impadronisce della scena sembrando un elemento aggiuntivo quasi mai protagonista. Il merito (o il demerito, secondo che voi siate più o meno fedeli all’industrial puro) è delle chitarre che pur non viaggiando su chissà quali frequenze e senza presentare particolari elaborazioni si fanno largo a suon di riff pieni e scorbutici; anche la batteria si guadagna il suo spazio mentre la voce la troviamo ruvida e a tratti stridente, il tutto ci dà l’impressione che questo album abbia molto di new metal.
Altro lavoro che presenta una produzione non proprio delle migliori (cosa diavolo sta succedendo di sti tempi?) a tutto discapito delle intenzioni; tra i pezzi degni di nota la doppietta “Enuma Elish”- nel player sotto il video ufficiale- e “The Loss” e la prima “Sycamore” (la seconda è strumentale).

Niente di eccezionale, con il rischio di passare in sordina, ma da considerarsi oltre la sufficienza.


Recensione a cura di Salvatore Sanzio

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